Alfredo Morvillo diserta la commemorazione di Capaci. La sorella di Falcone: «Basta con l’antimafia di carriere e passerelle»

La lite tra il cognato e Maria: “Non siete Stato voi, ma siete stati voi”

Alfredo Morvillo, magistrato in pensione e fratello di Francesca, non andrà alla commemorazione della strage di Capaci in programma davanti all’aula bunker di Palermo. E non ci sarà perché quella Palermo che «non tifa per l’antimafia», che non isola chi con la mafia e i suoi ambienti ha avuto a che fare, che «non tralascia occasione per propagandare la convivenza politico-sociale con ambienti notoriamente in odore di mafia» non avrà invece pudore nel presentarsi, come ha scritto in un intervento su Repubblica domenica scorsa. Per Morvillo «non si può ritenere che la mafia costituisca solo un problema di repressione. Ma è altresì un modello culturale, è un modo di vivere». Diranno basta alle passerelle anche associazioni e sindacati studenteschi.


“Non siete Stato voi, ma siete stati voi”

Come Udi, Cgil, Casa del Popolo, Peppino Impastato, la Casa di Giulio. Oltre che Anpi, Agende Rosse e Antimafia 2000. Queste realtà parteciperanno a un corteo che partirà dalla facoltà di giurisprudenza dell’università per poi snodarsi tra le vie di Palermo. Con uno slogan preciso: “Non siete Stato voi, ma siete stati voi”. Ovvero la classe dirigente che se non è stata collusa ha comunque garantito impunità e silenzio ai troppi che hanno beneficiato per le stragi di Capaci e via d’Amelio. Maria Falcone, la sorella di Giovanni, invece parteciperà.


Per lei «è davvero tempo di ponti, di mettere alla prova dei fatti tutti coloro che abbiano voglia di cambiare il panorama culturale, di coloro che si dimostrano davvero capaci di andare oltre la testimonianza secondo le commemorazioni comandate, di credere di più, soprattutto adesso, nelle scuole quali primarie sedi della cultura dell’impegno e noi, appartenenti alle generazioni più adulte, dobbiamo essere d’esempio. Dobbiamo continuare a costruire insieme laddove altri non immaginavano, così come hanno fatto Giovanni e Paolo Borsellino. Dobbiamo essere consapevoli che ogni progetto, ogni spazio nuovo, non è contro qualcuno della stessa parte civile, bensì contro il ricatto e la minaccia dei mafiosi e dei loro sodali più inaspettati».

“Lavorando insieme”

Per Maria Falcone «ora è tempo, trent’anni dopo, di spalancare Palermo e la nostra esperienza di lotta alla mafia agli altri, a chi non c’era, perché non ancora nato o perché lontano, alle altre comunità, alle scuole di tutta Italia direttamente, facendo di questo patrimonio del Paese una fonte di energia civile, lavorando tutti nella stessa direzione, perché è davvero tempo di andare avanti, di ricordare tutte le vittime di mafia, lavorando insieme».

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