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Ucraina, Zelensky: «Una chiazza di petrolio verso il Mar Nero dopo il danneggiamento della diga di Kakhovka»

07 Giugno 2023 - 07:58 Redazione
L'allarme del presidente: non sappiamo quali sostanze finiranno nei fiumi e nel mare

L’esplosione sulla diga di Kakhovka ha causato un’enorme chiazza di petrolio che va verso il Mar Nero. A dirlo è il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, mentre alcuni filmati su Twitter già da ieri la mostravano. Zelensky dice che la chiazza è formata da almeno 150 tonnellate di petrolio. E viene trasportata dalla corrente sul fiume Dnipro. «Non possiamo ancora prevedere quanta parte delle sostanze chimiche, dei fertilizzanti e dei prodotti petroliferi stoccati nelle aree alluvionate finirà nei fiumi e nel mare. L’evacuazione delle persone dall’area allagata è in corso: quasi ottanta insediamenti sono a rischio», ha reso noto Zelensky sul sito web della presidenza ucraina.

La notizia del danneggiamento della diga di Kahovka ha cominciato a circolare da ieri mattina. Decine di villaggi sono stati inondati, mentre Dnipro ha visto la presenza di alcuni cigni nella sua piazza principale. E russi e ucraini si rimpallano la responsabilità dell’attacco. In mattinata l’amministrazione filorussa della città ha fatto sapere che il livello dell’acqua comincia a calare. Mentre gli Stati Uniti sono inclini a considerare più probabile che siano stati i russi a farla saltare. Sette persone risultano ancora disperse nell’esplosione.

Intanto l’ambasciatore ucraino all’Onu Sergiy Kyslytsya ha accusato Mosca di aver fatto esplodere «una bomba di distruzione di massa ambientale» che ha causato il disastro «più grande prodotto dall’uomo in Europa da decenni». Kyslytsya ha parlato anche di «un atto di terrorismo ecologico e tecnologico» nel corso della riunione, e di «un altro esempio del genocidio della Russia a danno degli Ucraini». Vasily Nenzya, ambasciatore russo, ha risposto definendo l’esplosione della diga «un atto di sabotaggio deliberato da parte di Kiev». Che dovrà essere «classificato come un crimine di guerra o un atto di terrorismo».

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