Il rientro in Italia di Patrick Zaki e la polemica sul volo di linea: «Non vuole incontrare Meloni?»

La polemica di Libero e di Gasparri. Ma lui aveva già citato l’esecutivo su Facebook

Patrick Zaki, uscito ieri dal carcere, è atteso in Italia dopo la grazia di al Sisi. Il suo volo atterrerà a Milano, probabilmente sabato mattina. Poi lui partirà per Bologna. Ci rimarrà però solo per un paio di settimane. Poi tornerà in Egitto per sposarsi con la fidanzata Reny Iskander, come ha annunciato lui stesso. L’agenzia di stampa Ansa ha scritto ieri che Zaki prenderà un volo di linea. E secondo Libero dietro questa decisione ci sono motivi di opportunità politica. Secondo quanto appreso dal quotidiano, Zaki vorrebbe evitare il rientro con volo di Stato, preferendone uno di linea, per aggirare la passerella con esponenti del governo Meloni. Pur avendoli ringraziati su Facebook. E «per via delle sue inclinazioni politiche». Zaki avrebbe preso la decisione dopo un confronto con i suoi legali.


L’ambasciata italiana al Cairo

L’ha comunicata all’ambasciata italiana del Cairo. Che ora dovrà garantire la sua incolumità, visto che nonostante la grazia in patria non può dirsi al sicuro. Ieri sera il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri si è chiesto polemicamente se Zaki «troverà il tempo di ringraziare il governo italiano al quale deve questo risultato». Zaki però su Facebook ha pubblicato già ieri uno status in cui, dopo aver parlato delle associazioni che lo hanno sostenuto, dice grazie all’intero esecutivo. «Ringrazio anche il governo italiano, il parlamento italiano, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri che mi hanno sostenuto durante tutto il periodo di reclusione e il processo solo per essere laureato in un’università italiana, pur non essendo cittadino italiano», ha scritto. Citando quindi esplicitamente Giorgia Meloni e Antonio Tajani.


La conferma

Proprio Zaki in mattinata ha confermato ai giornalisti che partirà sabato mattina. Arriverà a Milano e da lì si sposterà a Bologna. Zaki ha parlato uscendo dall’ambasciata italiana al Cairo. «Ero qui per consegnare il mio passaporto», ha aggiunto senza precisare quale volo di linea intenda usare per rientrare in Italia. «L’ambasciatore è venuto a salutarmi», ha sottolineato riferendosi a Michele Quaroni.

L’intervento di Tajani

Intanto proprio Tajani in un’intervista al Corriere della Sera dice che non c’è stato alcun baratto con il caso di Giulio Regeni. «Abbiamo lavorato tanto, in perfetta intesa, in condivisione, all’unanimità, fin dalla nascita di questo governo. La premier Giorgia Meloni si è spesa in prima persona per riportare in Italia il ragazzo e la voglio ringraziare pubblicamente. Ricorderete il suo primo incontro con Al Sisi il 7 novembre dell’anno scorso a Sharm el Sheikh. Quando poi su quella scia sono andato al Cairo, a gennaio e a marzo, il governo egiziano ha apprezzato molto che avessi portato con me anche rappresentanti del mondo imprenditoriale agro-industriale per parlare di sviluppo delle colture nell’area del Nilo. Problemi concreti. Ecco perché due giorni fa quando sono andato in Parlamento, dopo che Zaki era stato condannato dal tribunale egiziano a tornare in carcere, c’era chi mi chiedeva di fare dichiarazioni di fuoco. Io sapevo che eravamo vicini ad una soluzione, ho raccomandato prudenza ai colleghi, ho ripetuto pure intelligenti pauca… a buon intenditor poche parole. Pazientate e vedrete».

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