Zaki atteso in Italia dopo la grazia, le tappe per il rientro: «Sarò a Bologna sabato mattina». L’ipotesi sul suo futuro da ricercatore all’università

Il ricercatore spera di arrivare in Italia «nei prossimi due giorni». All’Ansa ribadisce che sin dal primo momento in cui è uscito dal carcere avrebbe voluto rivedere Bologna

A quarantuno mesi dall’arresto, ventidue di carcere e l’altra metà a piede libero ma sorvegliato speciale, e a quarantott’ore dalla condanna definitiva a un altro anno dietro le sbarre, Patrick Zaki ha ricevuto la grazia dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ed è ora un uomo libero. Nei suoi progetti futuri c’è l’Italia, Bologna in testa, la città nella quale ha vissuto da studente universitario e nella quale si è laureato lo scorso 5 luglio con 110 e lode. Al capoluogo emiliano il 32enne ha rivolto le sue prime parole dopo aver lasciato la sede della Direzione di polizia di Mensura e ora verrà avviato l’iter per farlo tornare in Italia. Non sarà questione di ore, come inizialmente sperato, ma di giorni, proprio a causa della burocrazia, ma Zaki potrebbe salire su un aereo verso il nostro Paese già entro questa settimana. Uscendo dall’ambasciata italiana a Il Cairo, il ricercatore ha assicurato: «Sto programmando di essere a Bologna sabato mattina, arrivando a Milano: da lì mi sposterò a Bologna».


La burocrazia rallenta il rientro

Subito dopo la notizia della grazia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha diffuso un video per ringraziare al-Sisi, il lavoro del corpo diplomatico e dell’intelligence, ma anche annunciando che Zaki «domani – giovedì 20 luglio, ndr – tornerà in Italia». Le diplomazie si sono immediatamente messe all’opera per chiarire la posizione giuridica dello studente egiziano, e capire di quali documenti il ragazzo ha bisogno per poter lasciare il Paese e raggiungere l’Italia. Dopo il rilascio, Zaki ha confermato di voler partire per tornare «il prima possibile» nel nostro Paese, ma il suo rientro nell’immediato non è possibile. Secondo fonti Ansa, gli apparati competenti italiani ed egiziani stanno lavorando per portare a termine l’operazione, ma ci sono una serie di incombenze anche di natura burocratica che devono prima essere risolte. Il ricercatore potrebbe comunque riuscire a partire nei prossimi giorni, entro la fine della settimana. Uscendo dall’ambasciata italiana a Il Cairo, Zaki ha detto ai cronisti quale sarebbe il suo programma: atterrare a Milano sabato mattina e da lì raggiungere poi la sua Bologna.


Il futuro accademico

Zaki, ha dichiarato il ministro degli Esteri Tajani, è già stato nell’ambasciata italiana e ha già parlato con l’ambasciatore in Egitto. Come ha detto il giorno della laurea, il ricercatore vorrebbe tornare a Bologna e proseguire gli studi, provando a ottenere un dottorato di ricerca. Non è ovviamente una strada semplice, i posti sono sempre inferiori alle domande presentate e la selezione è dura. «Se la dovrà giocare, qui o altrove, partecipando al concorso pubblico», ha fatto sapere il Prorettore dell’Università di Bologna, Federico Condello. «Siamo a disposizione per Patrick e per tutti i nostri studenti per riflettere insieme su percorsi di studio e di formazione», ha detto la professoressa Rita Monticelli, coordinatrice del master seguito dallo studente egiziano, «dopo la laurea, non è sempre facile scegliere. Se possiamo essere utili, ci siamo e ci saremo, è un nostro dovere verso di lui e verso tutti i nostri studenti. Vorremmo che Patrick scegliesse la strada in cui crede e che sia di significato intellettuale e umano per la sua vita lavorativa e personale».

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