Il volo per Milano, il rientro in Egitto, le nozze poi l’università a Bologna. I progetti da uomo libero di Zaki: «Voglio una vita normale»

Il ricercatore egiziano, dopo il rilascio, vuole tornare in Italia: «Ma solo per due settimane, devo occuparmi dei preparativi del matrimonio»

Ora che è un uomo libero, dopo ore di fibrillazione per la condanna a 3 anni di reclusione e la grazia concessa dal presidente al-Sisi, lo studente egiziano Patrick Zaki può tornare a realizzare quei progetti che dal 7 febbraio 2020 ha dovuto mettere in un cassetto. «Sono veramente felice di essere ora libero. Un grazie al governo italiano», ha detto ai cronisti che lo attendevano fuori dall’ambasciata italiana a Il Cairo, dopo l’incontro con Michele Quaroni. Zaki ha spiegato di aver fatto domanda per il visto e di aver consegnato il passaporto. Ma poi il pensiero è volato subito alla sua Bologna, la città dove ha studiato e si è laureato – seppur in videoconferenza – e dove vuole tornare. «Sto programmando di essere a Bologna sabato mattina», ha assicurato. Le diplomazie sono al lavoro per risolvere alcune incombenze burocratiche, e il 32enne egiziano spera di essere su un aereo per Milano già sabato, per poi raggiungere il capoluogo emiliano e riabbracciare le Due Torri. Ma non si fermano qui i piani di Zaki, che ha già organizzato le prossime settimane. «Sarò a Bologna solo due settimane, e voglio incontrare tutti quanti, poi tornerò in Egitto per i preparativi del mio matrimonio che si celebrerà a settembre», ha detto il ricercatore, «la cosa buona è che adesso sono libero di andare a Bologna, di tornare in Egitto, fare qualsiasi cosa voglia, in piena libertà». Dopo le nozze, il rientro in Italia. «Ho il diritto di tornare a vedere i miei colleghi, di presentarmi per ritirare la laurea, di condurre una vita normale a Bologna», le parole di Zaki, «dopo il matrimonio sicuramente tornerò in Italia per riprendere i miei studi e la mia vita a Bologna».


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