Il marò Latorre contro Zaki: «Caro Patrick, ci vogliono buonsenso, riconoscenza e rispetto»

Il militare: non è una questione ideologica o politica

Massimiliano Latorre è uno dei due marò del Battaglione San Marco. Con Salvatore Girone è stato accusato di aver ucciso due pescatori del Kerala in India durante un’operazione anti-pirateria a bordo della petroliera Enrica Lexie. E oggi in un’intervista a Libero parla del caso di Patrick Zaki. Che ha rifiutato il volo di Stato e gli onori del governo italiano dopo la grazia da parte di al Sisi. Nel colloquio con Antonio Rapisarda dice: «Io sono un militare: purtroppo questa esperienza mi ha aperto gli occhi su altri aspetti a me prima sconosciuti, ciò non mi consente di giudicare a priori senza conoscere fatti e protagonisti». Per Latorre la questione è semplice: «Posso dirle che, personalmente, non ne avrei fatto una questione ideologica e politica. Mi sarei fatto guidare dal buonsenso, dall’educazione, dal rispetto e soprattutto dalla riconoscenza. La stessa per cui oggi sono impegnato nel ringraziare gli italiani nelle varie città». Intanto il calvario suo e di Girone è finito solo nel dicembre scorso: archiviazione piena da parte del Gip di Roma: «Restano tante cose: positive e negative. Il bicchiere è mezzo pieno. Volendo vedere solo le positive, posso dire che mi è rimasto il sostegno e l’affetto vero, sincero, della gente che mi sostiene ora come allora». Infine, Latorre dice che dal governo Meloni non si aspetta nulla: «Ma sarei felice se finalmente con il loro sostegno si potesse giungere a chiarire le responsabilità: non a fini giustizialisti ma solo per puro amore di verità. Questa storia non ha una connotazione politica ma è solo ed unicamente un’ingiustizia, che non deve ripetersi». Qualche tempo fa ha chiesto un maxi-risarcimento allo Stato.


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