La lettera della Bce al governo Meloni sulla tassa sugli extraprofitti delle banche

Christine Lagarde la invierà nelle prossime settimane

La Banca Centrale Europea invierà al governo italiano una lettera sulla tassa degli extraprofitti delle banche. La governatrice Christine Lagarde la sta scrivendo e l’invio è previsto tra un paio di settimane al massimo. Si tratterà, scrive oggi il Corriere della Sera, di una netta censura. Sia sul merito del provvedimento, che la Bce ritiene potenzialmente dannoso per l’economia. Sia sul metodo, visto che il governo non ha comunicato la decisione alla Banca d’Italia e a Francoforte. Mentre il Trattato dell’Unione Europea stabilisce la consultazione da parte delle autorità nazionali su ogni progetto di legge di sua competenza. E la memoria non può che tornare al 2011, quando Jean Claude Trichet e Mario Draghi mandarono a Berlusconi la lettera che chiedeva il risanamento dei conti dell’Italia.


Francoforte e Roma

Oggi la situazione è completamente diversa. E di certo non drammatica come all’epoca. Ma Francoforte non rinuncerà a dire la sua sul provvedimento. Come finora ha sempre fatto. Ma il punto è che la tassa sugli extraprofitti rischia di aprire un nuovo fronte tra Roma e Francoforte. Anche perché il governo italiano ha protestato in più occasioni per gli aumenti dei tassi d’interesse da parte della Bce. Con in prima linea Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Secondo i quali sono stati gli incrementi di Francoforte a gonfiare i margini delle banche. Costringendo l’esecutivo a intervenire. Ma a meno che Lagarde non rilevi infrazioni dei Trattati (ma non pare questo il caso) il parere della Bce non conterrà (perché non le può contenere) indicazioni vincolanti per il governo. Mentre una tassa ad hoc sulle banche non è esclusa dalla Bce.


Il problema

Ma, è il ragionamento, deve andare a finanziare gli schemi di garanzia sui depositi o i fondi per le risoluzioni bancarie. Come accade in Germania. Destinare il ricavato della tassa ad obiettivi generali di bilancio è invece sbagliato. Ed è quello che ha fatto il governo italiano. Intanto il provvedimento arriverà in Parlamento nella seconda settimana di settembre. E lì sarà battaglia. Sia con l’opposizione che con la maggioranza.

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