Le indagini sulle cause e le responsabilità dello schianto del treno di Brandizzo in cui sono morti 5 operai non potranno che essere lunghe. Per le molte parti da sentire, le verifiche tecniche da svolgere e gli aspetti delicati della vicenda, certo. Ma anche per una ragione ben più banale, eppure strutturale: la carenza di personale negli uffici giudiziari della procura di Ivrea. A segnalare lo stato di «sofferenza» dei suoi uffici è stata oggi la stessa procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione. «Indagini come queste richiedono tempo. E da noi durano anche di più perché siamo in pochi», ha detto Viglione, citata dall’Ansa. Già negli scorsi giorni la titolare dell’inchiesta aveva segnalato che i tempi delle indagini sulla strage ferroviaria non sarebbero stati brevi. Il sottodimensionamento cronico degli uffici giudiziari di Ivrea, già più volte segnalato agli organi competenti, a partire dal Consiglio superiore della magistratura, è il prodotto della riforma della geografia giudiziaria di una decina di anni fa, che estese il territorio
di competenza del tribunale d’Ivrea fino alle porte di Torino. L’indagine della procura ha portato sin qui portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due persone: il referente di Rfi per i lavori sui binari di Brandizzo, Antonio Massa, e il responsabile di quel cantiere per conto della ditta appaltatrice, la Sigifer di Borgo Vercelli, Andrea Girardin Gibin. Sono i due uomini sopravvissuti alla tragedia occorsa poco prima della mezzanotte dello scorso 30 agosto.
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