Foti attacca la sinistra: «Tifa per lasciare sola l’Italia ad affrontare l’immigrazione». E annuncia: «Puntiamo a facilitare le espulsioni» – Il video

Il capogruppo di FdI alla Camera, sugli attriti con la Lega in materia di flussi, ricorda che al Viminale c’è «un ministro che è stato capo di gabinetto di Salvini»

Il centrosinistra, in Italia e in Europa, ha chiesto di sospendere il Memorandum tra Tunisia e Unione. Considerando la parte dell’accordo che tratta di immigrazione e agendo per sintesi, si può riassumere così: Bruxelles eroga finanziamenti all’autocrate Kais Saied per frenare le partenze lungo la rotta Mediterranea. Il tema è stato particolarmente dibattuto nella Penisola per almeno due ragioni. La prima è che l’Italia è il principale approdo per chi salpa dalle coste tunisine. La seconda è che Giorgia Meloni, insieme alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e al presidente dimissionario dei Paesi Bassi Mark Rutte, è stata protagonista dell’intesa con Saied. A difendere il Memorandum senza riserve è Tommaso Foti. Il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, intervistato a margine del Festival di Open, dichiara: «Non vi è un problema sul Memorandum, ma un tema di attuazione dello stesso che, ovviamente, prima parte dall’approvazione dei progetti e poi passa ai finanziamenti. Spiace che a livello di Parlamento europeo una minoranza, probabilmente tifosa del fatto che l’Italia sia abbandonata ad affrontare da sola quest’immigrazione epocale, altro non faccia che polemizzare inutilmente. Ma il Memorandum è l’unico mezzo per riuscire a creare le premesse per un’immigrazione che distingua tra profughi e migranti economici».


Il divieto di ingresso alla delegazione dell’Europarlamento e la replica alla Lega

La richiesta di sospensione del Memorandum, caldeggiata dal gruppo parlamentare dei socialisti, è arrivata dopo che è stato impedito l’ingresso in Tunisia a una delegazione ufficiale dell’Europarlamento. Diniego che Foti non considera grave. E spiega: «Il giorno prima – il 13 settembre – una delegazione del Partito democratico è andata in Tunisia e non ha avuto questo problema. Magari questa decisione è anche il frutto della modalità con cui si pretende di andare in altri Paesi, con uno spirito da maestrini e non di persone che vogliono osservare quanto accade». Se Foti non è d’accordo con le motivazioni dello stop al Memorandum avanzate dal centrosinistra, non lo è neanche con il giudizio di Andrea Crippa. Il vicesegretario ha ammesso che l’intesa con Saied non ha funzionato e che sarebbe meglio ritornare ai decreti Sicurezza di Matteo Salvini. «Non vorrei sbagliare, ma il responsabile del Viminale di oggi era il capo di gabinetto del ministro Salvini quando era ministro dell’Interno. Non voglio neppure sbagliare nel momento in cui dico che il viceministro dell’Interno attuale è della Lega», replica, a distanza, ai leghisti. «Dico questo perché il governo è perfettamente cosciente della necessità di prendere alcuni provvedimenti che, ad esempio, facilitino le espulsioni. Ma se non si va a fare un accordo con la Tunisia, che è la base logistica da cui quest’anno sono già partiti oltre 80 mila immigrati sbarcati in Italia, non so con chi lo potremmo fare».


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