Processo a Ciro Grillo, la testimone chiave: «Non eravamo sobrie, ma neppure ubriache. Mi ha detto: “Mi hanno violentato tutti”»

La ragazza che era assieme alla presunta vittima dello stupro collettivo, ha ripercorso l’intera serata nella villa a Porto Cervo

«Non eravamo sobrie, ma non eravamo ubriache e neppure fuori controllo». Inizia così la parte clou della testimonianza che si è conclusa a Tempio Pausania, dove è in corso il processo per violenza sessuale di gruppo nei confronti di Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. A parlare è la testimone principale dell’accusa, che i giornali hanno rinominato come “Roberta”, a sua volta presunta vittima delle molestie, anch’esse qualificate con il reato di violenza sessuale (lo stupro di gruppo avrebbe riguardato l’amica che era con lei). La giovane ha terminato la testimonianza iniziata ieri, 22 settembre.


La testimonianza

Ha raccontato nei dettagli ciò che ricorda della notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 a Porto Cervo. C’è un momento sul quale ci si è soffermati durante la testimonianza di una delle due presunte vittime nell’udienza al Tribunale di Tempio Pausania, dove si sta svolgendo il processo per violenza sessuale nei confronti di Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Soprattutto, ha spiegato che quando il giorno dopo i fatti si è svegliata, a fine mattinata, ha visto l’amica sconvolta, in un’altra stanza. «Mi hanno violentata tutti», le ha subito detto. Le stesse frasi che Roberta aveva raccontato anche in istruttoria. L’avvocata Antonella Cuccureddu del pool di difesa ha affermato: «Ha detto che avevano bevuto ma che erano lucide, che nessuno ha tenuto comportamenti che facessero sospettare la non lucidità». Come riferisce l’avvocato della difesa, pero, Roberta avrebbe anche aggiunto di aver dormito tutto il tempo e «non aver sentito qualcuno urlare o invocare aiuto». Secondo Giulia Bongiorno, che difende la presunta vittima dello stupro, “Silvia”, la testimone nel corso dell’udienza di ieri «ha pianto mentre ricostruiva i fatti, raccontando quello che prova ancora adesso»: «E’ il testimone chiave ed è stata efficace e lucida». Le udienze riprenderanno a novembre.


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