Gaza, gli Usa pongono il veto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul cessate il fuoco umanitario

Il testo della risoluzione presentato dagli Emirati ha ottenuto anche 13 voti a favore e l’astensione del Regno Unito

Come era prevedibile, non è passata la risoluzione delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco umanitario nella Striscia di Gaza. Gli Stati Uniti avevano preannunciato la loro opposizione al testo presentato dagli Emirati nella riunione d’urgenza convocata dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres per discutere della situazione umanitaria nell’enclave palestinese. E così è stato al momento del voto: 13 voti a favore, un astenuto – la Gran Bretagna – e il veto statunitense, che ha bloccato l’approvazione della risoluzione. Nei giorni scorsi, Guterres ha inviato una lettera al Consiglio invocando per la prima volta da quando è in carica l’articolo 99 della Carta dell’Onu, che consente al segretario generale di portare all’attenzione del Consiglio di sicurezza «qualsiasi questione che, a suo avviso, possa minacciare il mantenimento della pace e sicurezza internazionale».


Il voto posticipato

Il voto sulla risoluzione per chiedere il cessate il fuoco a Gaza avrebbe dovuto svolgersi nel pomeriggio di oggi, ma è stato rinviato – spiegano dall’Onu – per negoziare sul testo ed evitare che uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Stati Uniti, Russia, Francia, Cina e Regno Unito) esercitasse il potere di veto. La mediazione non ha però funzionato. A spingere per la richiesta del cessate il fuoco è anche l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. «A Gaza stiamo raggiungendo il punto di non ritorno, dove il palese disprezzo per il diritto umanitario internazionale ferisce la nostra coscienza collettiva», denuncia l’agenzia delle Nazioni Unite su X.


La posizione di Stati Uniti e Cina

Una posizione ribadita più volte anche dal segretario generale Guterres, che oggi al Consiglio di Sicurezza ha detto: «La brutalità perpetrata da Hamas non potrà mai giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese». Dopo la sua missiva, gli Emirati Arabi Uniti hanno preparato una breve bozza di risoluzione in cui si definisce la situazione umanitaria a Gaza «catastrofica» e si richiede «un cessate il fuoco umanitario immediato». Nel testo viene anche richiesta la protezione dei civili e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas. Per la Cina questa eventualità rappresenta «il passo adeguato», come ha spiegato l’ambasciatore all’Onu Zhang Jun. Ma gli Stati Uniti restano di tutt’altra opinione. «Mentre sosteniamo fermamente una pace duratura, in cui sia israeliani che palestinesi possano vivere in pace e sicurezza, non sosteniamo le richieste per un cessate il fuoco immediato», ha detto senza mezzi termini l’ambasciatore americano all’Onu Robert Wood. Secondo Washington, una tregua umanitaria in questo momento «non farebbe altro che gettare i semi per la prossima guerra, perché Hamas non ha alcun desiderio di vedere una pace duratura e una soluzione a due Stati».

Foto di copertina: EPA/Justin Lane | La riunione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York (8 dicembre 2023)

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