Sanremo 2024, da Villanova all’Ariston, il punk dei Bnkr44: «Dopo ieri sera nei cuori di mamme e nonne» – L’intervista

Si chiamano Fares, Erin, Caph, JxN, Faster, Piccolo e Ghera. Il Bnkr (si pronuncia Bunker) è un mitico locale dove si sono conosciuti. Li abbiamo incontrati

Dalla provincia con furore, quello dei giovani che non riescono a trattenersi e che restano in qualche modo schiavi della voglia di trovare un posto nel mondo, gioiosamente assetati di vita, un’espressività incontenibile che poi sfocia, quando va bene, è chiaro, in musica. È il caso dei Bnkr44, formazione new pop che proviene da Villanova, provincia di Empoli. Si chiamano Fares, Erin, Caph, JxN, Faster, Piccolo e Ghera, il Bnkr (si pronuncia Bunker) è un mitico locale della zona, un luogo artistico dove si sono conosciuti, no meglio, trovati. Nel 2019 si formano e riescono quasi istantaneamente ad ottenere un contratto con Bomba Dischi, per i meno avvezzi ai movimenti discografici, una delle più prestigiose etichette indipendenti in Italia (Calcutta, Ariete, Franco126, Giorgio Poi, Pop X, Colombre e diversi altri), e da lì l’inizio di un’avventura dall’ascesa velocissima, l’impatto con il pubblico è immediato, esordiscono con 44.Deluxe e tutte le canzoni, segnale importante, superano velocemente il milione di stream. A quel punto parte il via vai di Festival, attività social, featuring, vengono coinvolti nella hit Diavolo con Ghali, Rkomi e Tedua e si ritrovano al Festival di Sanremo, un anno fa, serata delle cover, chiamati da Sethu per cantare Charlie fa surf del Baustelle. Un antipasto, dato che dopo il passaggio a Sanremo Giovani si guadagnano un posto tra i big. Tutto velocemente, il loro pop scapestrato, colorato, mette minuti nelle gambe, come si dice nel calcio, e finisce nel diventare generazionale, rappresentazione musicale di un atteggiamento (non di più, non è più periodo) punk, come la loro canzone, come il governo che vorrebbero e che invece, nella nostra intervista, definisce «country».


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