Eredità Agnelli, l’accusa dei pm: «Le firme di Marella Caracciolo sul testamento non sono autentiche»

«Sono di natura ragionevolmente apocrifa», si legge nel decreto di perquisizione della Guardia di Finanza

Le firme riconducibili a Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, su una serie di documenti particolarmente importanti, come gli aggiornamenti testamentari e i contratti di locazione degli immobili italiani, sono state considerate dai pm della procura di Torino come non autentiche. Si tratta di una valutazione che emerge nel decreto di perquisizione eseguito di recente dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine scaturita da un esposto di Margherita Agnelli, figlia di Marella e Gianni Agnelli. Nell’inchiesta per presunte violazioni fiscali è indagato John Elkann, presidente di Exor, oltre a Gianluca Ferrero, commercialista di famiglia e presidente della Juventus, e Urs Robert von Gruenigen, il notaio svizzero incaricato dell’amministrazione del patrimonio di Marella e dell’esecuzione testamentaria. «Sono di natura ragionevolmente apocrifa», si legge nel decreto in riferimento alle firme. Inoltre, la procura di Torino ha evidenziato la presenza di altri beni generanti reddito derivanti dall’eredità di Gianni Agnelli, detenuti da società terze localizzate in paradisi fiscali, di cui Marella Caracciolo è risultata essere la titolare effettiva.


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