Ghali: «Non chiamatelo caso Ghali, per me era solo il caso di parlarne»

Le parole dell’artista sui social, dopo le polemiche

Alla fine parlò lui, il diretto interessato. Ghali, artista fresco di quarto posto con il brano “Casa mia” al Festival di Sanremo, dice la sua dopo le polemiche partite per quel “genocidio” del popolo di Gaza, detto sul palco dell’Ariston. Dopo l’intervista “censurata” (o meglio incompleta) su Repubblica, i presidi davanti alle sedi Rai contro la guerra di Israele (con tanto di manganellate) e il suo nome uscito sui media internazionali interviene. E lo fa con poche parole. Quando penso che va tutto bene nella mia vita mi ricordo che nel mondo c’è qualche problema che non posso ignorare: non chiamatelo caso Ghali, per me era solo il caso di parlarne, ha scritto l’artista sui social. Ghali sarà ospite questa domenica da Fazio a Che tempo che fa, ma le critiche per il suo intervento continuano. L’ultima quella del rabbino capo di Roma. «Parlare di genocidio sarebbe un messaggio di pace?», ha dichiarato Riccardo Di Segni definendo il linguaggio di Ghali improprio, schierato, «che sotto l’apparenza della misericordia e della condanna della guerra mescola le carte in tavola, sovverte la Storia».


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