La vedova di Navalny contro Putin: «Alexei ucciso con il Novichok, ora porterò avanti io il suo lavoro» – Il video

La videodenuncia di Yulia Navalnaya sui social: «Le autorità russe nascondono il corpo in attesa che svaniscano le tracce di veleno»

«Vladimir Putin ha ucciso mio marito». A puntare il dito contro il presidente russo è Yulia Navalnaya, vedova del dissidente russo Alexei Navalny, morto lo scorso 16 febbraio in una colonia penale sul Mar Artico. In un video pubblicato sui social, la vedova di Navalny suggerisce indirettamente anche una teoria su come potrebbe essere morto suo marito. «Mentono meschinamente e nascondono il suo corpo – dice Navalnaya in riferimento alle autorità russe – attendendo quando svaniranno le tracce dell’ennesimo Novichok di Putin». La vedova del più noto dissidente russo non crede dunque alla teoria ufficiale fornita dal Cremlino sulla morte di Navalny e ipotizza che suo marito sia stato avvelenato con una sostanza della famiglia del Novichok, la stessa sostanza con cui fu quasi ucciso nel 2020 in circostanze mai del tutto chiarite.


Nel video pubblicato sui social, Yulia Navalnaya promette che sarà lei d’ora in poi a prendere il testimone del marito e portare avanti il suo lavoro. «Voglio vivere in una Russia libera, voglio costruire una Russia libera», dice la moglie di Navalny nel videomessaggio. E poi ancora: «Uccidendo Alexei, Putin ha ucciso metà di me, metà del mio cuore e metà della mia anima. Ma ho ancora l’altra metà, e mi dice che non ho il diritto di arrendermi. Continuerò il lavoro di Alexei Navalny, continuerò a lottare per il nostro Paese». Da tre giorni, i familiari del dissidente russo chiedono di poter vedere la salma, ma le autorità russe ostacolano il loro accesso all’obitorio e non forniscono informazioni sulle indagini. «Scopriremo certamente chi di preciso ha eseguito il crimine e in quale modo. Faremo i nomi e faremo vedere le facce», ha promesso Yulia Navalnaya.


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