Donald Trump dichiarato ineleggibile in Illinois, ma non molla: «Farò la più grande deportazione di massa della storia Usa»

La decisione della giudice democratica. L’appello tra pochi giorni. E l’udienza in Corte Suprema su Capitol Hill

Donald Trump è stato dichiarato ineleggibile alle primarie dell’Illinois. Ma la giudice Tracie R. Porter, democratica, ha stabilito che il tycoon può rimanere in corsa almeno fino a venerdì. Così avrà la possibilità di presentare appello. La decisione è stata presa in virtù del 14esimo emendamento, che esclude dalla candidatura qualsiasi politico abbia «partecipato o istigato un’insurrezione». Ma The Donald, reduce dal trionfo in South Carolina, incassa una vittoria in Corte Suprema: i giudici hanno deciso di ascoltare gli argomenti pro e contro l’immunità nel caso che lo vede sotto accusa per aver cercato di sovvertire l’esito delle elezioni nel 2020. L’udienza è fissata per il 22 aprile. E lui continua la sua campagna elettorale permanente: in un video su Truth promette la più grande deportazione di massa di illegali nella storia americana «per rimuovere i clandestini e i criminali di Joe Biden».


L’esclusione

L’esclusione dalle primarie dell’Illinois arriva dopo le vittorie in New Hampshire e in Iowa, che hanno pesantemente ipotecato il risultato della corsa. E nonostante le spese per i processi abbiano svuotato le casse della sua campagna. Nel frattempo è stato bandito per tre anni dal business di New York e il giudice gli ha inflitto una multa da 354 milioni di dollari. I suoi avvocati hanno respinto la sentenza come incostituzionale e hanno annunciato ricorso in appello. Trump è stato incriminato per il ruolo svolto nell’insurrezione di Capitol Hill del 6 gennaio 2021, quando centinaia di suoi sostenitori assaltarono il congresso per impedire la proclamazione di Biden. La terza sezione del 14 emendamento vieta a chiunque abbia giurato fedeltà alla Costituzione e abbia poi partecipato a un’insurrezione di poter correre di nuovo per un incarico pubblico.


Le deportazioni

In attesa della decisione in appello e, soprattutto, dell’altro ricorso in Corte Suprema che potrebbe annullare tutte le decisioni sulle esclusioni. Soprattutto, in un messaggio su Truth è tornato a minacciare i clandestini: «Come presidente porterò avanti la più grande deportazione di massa di illegali nella storia americana. Per rimuovere i clandestini e criminali di Joe Biden, perché è quello che sono». Il candidato ha accusato Biden di «aver permesso un’invasione nel nostro Paese di clandestini pericolosi». E di essere indirettamente responsabile della morte di Laken Riley, la studentessa di 22 anni uccisa. Per l’omicidio è stato incriminato un immigrato clandestino venezuelano. Laken, ha detto il tycoon, «era andata al lavoro e non è più tornata a casa. Un migrante di Biden è stato incriminato per averla brutalmente aggredita, picchiata, rapita e uccisa».

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