Fedez, la compagna di Conte e Marta Fascina tra gli spiati nell’inchiesta sul dossieraggio

L’inchiesta di Perugia: otto giornalisti indagati. 800 accessi abusivi dal 2020

Tra i personaggi oggetti di dossieraggio nell’inchiesta di Perugia in cui sono indagati il magistrato antimafia Antonio Laudati e il luogotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano c’è anche Fedez. E, oltre a Guido Crosetto, anche i ministri Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida. Oltre al deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli e ai sottosegretari Giovanbattista Fazzolari e Claudio Durigon. Tra i nomi spuntano anche l’ultima compagna di Silvio Berlusconi, ovvero Marta Fascina, Matteo Renzi, Denis Verdini e Irene Pivetti. Ma anche la compagna di Giuseppe Conte Olivia Palladino, l’avvocato Guido Alpa e l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone. I giornalisti indagati sono otto. Tra questi, tre scrivono per Domani: Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine.


Gli accessi abusivi

E, spiega oggi Il Fatto Quotidiano, i tre si rivolgevano a una fonte per avere informazioni che pubblicavano regolarmente sul quotidiano. A loro viene contestato il concorso in accesso abusivo a sistema informatico insieme a Striano. Al quale la procura di Perugia contesta 800 accessi dal 2020 in poi. Un’attività di spionaggio della quale per ora non è chiaro l’obiettivo. E che venne rivelata proprio dal ministro Crosetto dopo un articolo di Domani. Striano avrebbe avuto accesso alle banche dati riservate mentre era in servizio alla Direzione Nazionale Antimafia. Convocato da Raffaele Cantone per l’interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Laudati invece ha chiesto un rinvio di una settimana. Anche lui è stato sollevato da coordinatore del gruppo Sos (Segnalazioni di operazioni sospette). E il suo avvocato fa notare che l’inchiesta nasce da una sua relazione alla procura di Roma.


Falso e divulgazione di informazioni riservate

Gli altri reati contestati a Striano sono il falso e la divulgazione di informazioni riservate. Si è difeso sostenendo che gli accessi fossero stati effettuati per motivi di indagine. Ma a quanto pare le ricerche partivano proprio su input dei giornalisti. Gli addebiti che riguardano Laudati invece non vedono comparire personaggi politicamente esposti, come ha spiegato ieri il suo avvocato Andrea Castaldo. Potrebbero quindi riguardare questioni private del magistrato antimafia.

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