Dopo la vittoria del centrodestra in Abruzzo, riflettori puntati sulla Basilicata. Ma il campo largo è (ancora) senza nome

Il tempo stringe, ma Angelo Chiorazzo non è ancora riuscito a convincere tutta la coalizione di centrosinistra

Prima la vittoria del centrosinistra in Sardegna con Alessandra Todde (Movimento 5 Stelle) nuova presidente della regione, poi quella del centrodestra in Abruzzo dove il presidente uscente Marco Marsilio è stato riconfermato. Ora i riflettori sono puntati sulla Basilicata: le elezioni lucane del 21 e 22 aprile saranno il banco di prova per le due coalizioni in vista delle Europee di giugno. Il quadro all’orizzonte, però, appare frammentato. Il centrodestra non ha dubbi: il loro candidato è il presidente uscente di Forza Italia, Vito Bardi. Soddisfatto quest’ultimo del risultato raggiunto in Abruzzo, è convinto che la vittoria di Marco Marsilio farà da slancio ad aprile: «Il centrodestra unito vince. Il buongoverno vince. Adesso tocca alla nostra Basilicata: qui la sfida è tra un centrodestra allargato alle migliori esperienze del territorio e una sinistra divisa, litigiosa, rissosa». Nonostante le liste debbano essere presentate il 22 e il 23 marzo, chi sarà l’avversario del centrodestra resta un punto interrogativo: il campo largo non ha ancora un nome condiviso e tra i partiti si registrano malumori.


Chiorazzo o non Chiorazzo, questo è il dilemma

In pole position c’è il cosiddetto «Re delle Coop», Angelo Chiorazzo: sostenuto dal Partito Democratico locale, storce il naso quello nazionale, così come il resto della coalizione e soprattutto il Movimento cinque stelle che sul suo nome ha messo un vero e proprio veto. Nei giorni scorsi, il presidente regionale di Italia Viva e sindaco di Latronico (Potenza), Fausto De Maria, ha deciso di dimettersi perché i colleghi di partito non hanno preso una chiara posizione su Chiorazzo. A suo dire era la scelta migliore e oggi, in un post su Facebook, torna a ribadirlo: «Stiamo perdendo solo tempo, per vincere ci vuole un candidato outsider come lui». Ci sono voci di altri possibili candidati, tra cui Rocco Paternò, presidente dell’Ordine dei Medici di Potenza, e il presidente della provincia di Matera, Piero Marrese. Ma tutto rimane ancora incerto nella speranza, per il momento sempre respinta, che ceda al pressing Roberto Speranza, l’unico nome (tra l’altro del Pd) capace di mettere d’accordo perlomeno i due azionisti di maggioranza del Campo largo.


Le interlocuzioni proseguono, ma il tempo stringe

Le interlocuzioni sono in corso, con tanto di viaggio nella Capitale di Chiorazzo per discutere in questi giorni con il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, e la segretaria del Pd Elly Schlein. Ma c’è chi sbuffa: «Tre persone chiuse in una stanza pensano di poter decidere per tutti. L’eventuale coalizione viene ignorata, e nel silenzio complessivo, ci si aspetta poi l’ubbidienza?», commenta il consigliere regionale di Azione Marcello Pittella. Il tempo stringe: mentre il centrodestra dorme sonni tranquilli, il centrosinistra fatica a trovare unità. Al tempo stesso, sembra che si stia avvicinando a un nome che soddisfi tutti. Intanto, la premier Meloni inizia a buttare benzina sul fuoco. Pur senza menzionare esplicitamente il caso Basilicata, nel commentare la vittoria di Marsilio in Abruzzo, ha dichiarato: «Non importa quanto un campo sia largo, ciò che conta è quanto quel campo sia coeso, quanto abbia un’idea chiara da raccontare e da costruire per i cittadini».

In evidenza: Angelo Chiorazzo, foto Ansa

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