Lo stand up comedian Pietro Sparacino: «Beppe Grillo ha tradito la comicità. Gli artisti? Non sono santoni» – L’intervista

Il comico siciliano è in tour con lo spettacolo «Il Ventennio»

Il Ventennio che Pietro Sparacino racconta nello spettacolo con cui da gennaio sta girando i club di tutta Italia, è il suo. Un ventennio, il primo della sua carriera, come ha spiegato a Open, pieno di sconfitte, anche se forse sarebbe meglio dire, pieno di umanità, di vita, comune per lui e per tutti quelli che stanno affollando i suoi show. Sparacino, classe 1982 da Rosolini, provincia di Siracusa, il largo pubblico lo conosce per i due anni da iena, gli appassionati di stand up comedy da molto tempo prima. Da quando con il gruppo Satiriasi ha sdoganato la disciplina nel nostro Paese contribuendo attivamente alla formazione di una generazione di comici che a oggi riempiono teatri da migliaia di posti su e giù per lo stivale. Ma se dunque ciò rende Sparacino uno dei padri della stand up all’italiana, d’altra parte, analizzando il suo modo di stare in scena, si può al tempo stesso considerare l’erede più credibile della precedente era d’oro della battuta. Quella risalente ai monologhi di Paolo Rossi, di Roberto Benigni, di Daniele Luttazzi e di Beppe Grillo, quest’ultimo considerato, come sostiene nell’intervista, un «traditore» della scena dopo l’avventura politica. Perché in pochi riescono come lui in questa nuova stagione, che stiamo vedendo nascere e crescere così velocemente, a unire i punti e inserire altissima satira nei racconti storpiati dalle battute che propone dal vivo e su YouTube, il più importante megafono della stand up comedy, raccogliendo centinaia di migliaia di views. «Ma – spiega – né io, né Benigni, né tantomeno Grillo ci siamo inventati niente, la critica al potere che arriva dal comico è secolare. Giullari, saltimbanchi, da lì nasce quello che facciamo oggi, la figura del comico che si prende beffa del potere, che tenta di attaccarlo con le armi che ha, quindi la risata». Un’esigenza che, prosegue, nasce dalla propria visione del comico e del cittadino, «Perché io vivo in questo mondo». Ancora vita dunque, comune. Per questo Pietro Sparacino è così seguito, perché l’intento principale è quello, con una battuta, di esorcizzare le paure di chi lo ascolta, quanto le proprie.


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