Consiglio europeo, Michel annuncia l’avvio dei negoziati per l’ingresso della Bosnia. Su Gaza: «Chiediamo una pausa umanitaria»

Si è conclusa la prima giornata del vertice a Bruxelles: tra i temi affrontati anche il supporto all’Ucraina e la difesa comune

Sostegno all’Ucraina, cessate il fuoco in Medio Oriente, allargamento dell’Unione nei Balcani. Si è conclusa in serata la prima giornata del vertice del Consiglio Europeo che si sta svolgendo a Bruxelles il 21 e 22 marzo. Diversi i temi sul tavolo dei 27 leader dei Paesi membri, dalla politica internazionale a questioni più interne sui meccanismi comunitari. Prima della conferenza stampa con la presidente della Comimssione Ue Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha voluto annunciare alcuni dei risultati ottenuti e dei punti da cui ripartire per continuare a trattare. Una delle decisioni più importanti è quella che riguarda l’avvio dei negoziati per l’ingresso nell’Unione Europea della Bosnia. «Congratulazioni al popolo della Bosnia-Erzegovina! La decisione odierna di avviare i negoziati di adesione rappresenta un passo importante per avvicinare il paese all’Ue. Un’Ue allargata equivale a un’Ue più forte», ha esultato la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. E anche Palazzo Chigi ha espresso «grande soddisfazione» da parte del governo Meloni: «Un obiettivo ricercato con convinzione dall’Italia, che offre una chiara prospettiva europea a Sarajevo. L’Italia continuerà a incoraggiare e sostenere il governo bosniaco a proseguire con impegno il percorso di riforme avviato. Con questa decisione l’Unione Europea invia un messaggio chiaro e inequivocabile non solo a Sarajevo, ma a tutti i Balcani Occidentali».


Bosnia nell’Ue, avviati i negoziati

«Il Consiglio europeo ha appena deciso di avviare i negoziati di adesione con la Bosnia-Erzegovina. Congratulazioni! Il vostro posto è nella nostra famiglia europea», il messaggio sui social di Michel. «La decisione di oggi rappresenta un passo avanti fondamentale nel vostro percorso verso l’Ue. Ora il duro lavoro deve continuare affinché la Bosnia-Erzegovina avanzi costantemente, come vuole il vostro popolo», il messaggio del presidente. Come si legge nella nota a margine del vertice, il Consiglio «invita la Commissione a preparare il quadro negoziale solo quando saranno stati compiuti tutti i passi pertinenti indicati nella raccomandazione della Commissione del 12 ottobre 2022». La decisione sull’avvio dei negoziati di adesione ha incontrato le forti perplessità di un gruppo di Stati membri, tra cui Paesi Bassi, Danimarca, Francia ed Estonia, secondo cui i progressi raggiunti finora dal Paese balcanico nel percorso europeo sarebbero ancora limitati. Il gruppo Amici dei Balcani, che riunisce diversi Stati tra cui Italia, Austria, Ungheria e Slovenia, hanno impresso al contrario un’accelerazione sull’avanzamento di Sarajevo nel processo di integrazione.


Gli extraprofitti sugli asset russi per le armi all’Ucraina

«Un messaggio al Cremlino: siamo determinati, siamo risoluti, siamo disposti a tutto per sostenere la prosperità e la pace in Europa», ha scandito Michel. Che ha ribadito le intenzioni dei 27 di continuare il loro supporto incondizionato a Kiev. «Stiamo accelerando il nostro supporto militare: munizioni, missili, sistemi di difesa aerea», ha elencato su X il politico belga. La presidente von der Leyen ha anche annunciato l’intenzione di inasprire i dazi sulle importazione dei cereali dalla Russia e dalla Bielorussia. Il Consiglio ha anche affrontato il tema dell’utilizzo degli extraprofitti derivati dagli asset russi sanzionati e immobilizzati. Michel è fiducioso che il meccanismo possa essere avviato rapidamente: il Consiglio ha valutato la proposta della Commissione e ha dato «ampio sostegno a questo approccio». Michel ha sottolineato come ciò permetterebbe di avere più fondi per il sostegno militare a Kiev. Per von der Leyen, che ha parlato di proventi per 3 miliardi di euro da spendere quest’anno, ci sono i margini per riuscire a essere operativi già dall’1 luglio.

Il cessate il fuoco a Gaza

Michel ribadisce che tutti i leader europei condannano l’attacco terroristico del 7 ottobre scorso di Hamas. E sottolinea come la Striscia di Gaza abbia bisogno di maggior supporto umanitario, per il quale è necessaria la mediazione dell’agenzia Unrwa. «Crediamo nella soluzione dei due Stati, crediamo nel processo politico e anche nel ruolo che può e deve avere l’Unione europea», ha spiegato in conferenza stampa. «L’Ue chiede una pausa umanitaria immediata che porti a un cessate il fuoco sostenibile», aveva scritto su X, definendo le intenzioni dei 27 leader. I quali sollecitano «il governo israeliano a non intraprendere un’operazione di terra a Rafah: una simile operazione peggiorerebbe la già catastrofica situazione umanitaria non permetterebbe la fornitura urgente di servizi di base e di assistenza umanitaria». Fa eco von der Leyen, spiegando che il consenso del Consiglio è sulla necessità di una pausa umanitaria.

Maggiore cooperazione sulla difesa

La Commissione aveva presentato due progetti volti a intensificare gli sforzi di cooperazione dei Paesi membri nel settore della difesa comune. «La nostra è una strategia volta a rendere più efficienti gli investimenti dei 27 nell’industria della difesa, che è una delle industrie del mercato comune e quindi di competenza della Commissione», ha spiegato von der Leyen, «una strategia industriale per avere appalti migliori insieme, per migliorare anche l’interoperatività delle forze armate degli Stati membri. Questo permetterà anche di rafforzare il settore della ricerca e dell’innovazione». Anche Michel si è speso a favore di un maggior impegno dei Paesi in questo senso: «Credo profondamente a un cambiamento di paradigma del progetto europeo, che era fondato sulla cooperazione e la prosperità, mentre la difesa era affidata alle competenze nazionali, oggi abbiamo deciso di rafforzare il pilastro europeo». A margine del vertice, il presidente belga Alexander De Croo ha ammesso che vi sono delle differenze di vedute in seno al Consiglio sulla possibilità di finanziare la difesa comune con l’emissione di eurobond.

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