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Cosa c’è dietro il viaggio di Viktor Orbán a Mosca: l’asse con Trump e Putin e il complotto contro l’Europa

viktor orban vladimir putin donald trump
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La tela di Budapest per creare un asse mondiale di destra. La scommessa su una pace punitiva per l'Ucraina. Cosa succede al legame con Giorgia Meloni

Dietro il viaggio di Viktor Orbán a Mosca c’è un piano. Che prevede lo sdoganamento di Vladimir Putin in attesa della vittoria di Donald Trump a Usa 2024. Il leader dell’Ungheria si è mosso in proprio durante il suo semestre di presidenza di Budapest dell’Unione Europea. Orbán ha deciso di infrangere la politica di Bruxelles di parziale isolamento del Cremlino. E anche se lo Zar ha fatto capire di non volersi smuovere sull’Ucraina, il premier di Budapest ha continuato a sostenere di essere in missione di pace. Anche se c’è chi ha ricordato che in ballo ci sono soprattutto le importazioni di gas da Mosca e i legami commerciali con la Russia nei settori non sanzionati. Ma soprattutto: Orbán punta tutto sulla vittoria di Trump alle elezioni in Usa a novembre. Per creare un asse di destra mondiale.

Il piano di Viktor

«Dobbiamo essere onesti. Sarebbe meglio per il mondo e per l’Ungheria se Trump tornasse presidente. Lui è l’unica speranza per la pace», aveva scritto su X nei giorni scorsi il leader. Orbán, spiega oggi Repubblica, scommette su Trump e su una pace con Putin non buona per l’Ucraina. Ovvero quella descritta dallo Zar: cessione delle quattro regioni filorusse e nessun ingresso di Kiev nella Nato. E vorrebbe incarnare il nuovo corso globale con Putin e Trump. Mentre la locomotiva dell’Ue perde colpi. In Francia, dove tutto è incerto fino al ballottaggio di domenica 7 luglio e Marine Le Pen potrebbe arrivare finalmente al potere con Jordan Bardella e il suo Rassemblement National. E in Germania, dove alla crescita di Alternative Fur Deutschland corrispondono difficoltà sempre crescenti di Olaf Scholz. Anche se il Parlamento europeo va per ora in un’altra direzione.

Le politiche di Bruxelles

Mentre lui allarga il suo gruppo agli spagnoli di Vox, la trattativa per i top jobs dell’Ue lo vede come sconfitto. Per questo lui scommette su Trump e Putin. E aspetta le mosse di Giorgia Meloni, che non ha ancora deciso se dare l’ok a Ursula von der Leyen presidente della Commissione Europea. Lei chiede un riconoscimento pubblico in cambio che la porrebbe come leader della destra in Europa. Ma potrebbe invece ottenere proprio da Orbán il lasciapassare verso Trump che oggi è più vicino a Matteo Salvini in Italia. Mentre lui potrebbe federare il Rn insieme al partito di Robert Fico, a Wilders nei Paesi Bassi fino a Vox. Se Viktor riuscisse nel suo piano, a Putin non sarebbe più necessario fare la guerra all’Europa. Il quotidiano spiega che il futuro che immaginano Orbán e i suoi – mutuando Philip Roth – semmai è «Il complotto contro l’Europa». Una coperta nera che si stende sul Continente.

Foto copertina da: Politico

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