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«Noi macabri? Lo sono i bambini ammazzati e gli ospedali bombardati», i Patagarri e lo scontro con gli ebrei di Roma: perché hanno scelto quel brano

02 Maggio 2025 - 16:49 Ygnazia Cigna
patagarri
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La replica della band alla comunità ebraica di Roma, dopo che sul palco hanno intonato slogan pro Palestina sulle note di Haga Naghila, canzone popolare ebraica

«A chi ha definito la nostra esibizione di ieri macabra rispondiamo che per noi macabro è un mondo nel quale migliaia di bambini vengono ammazzati, gli ospedali bombardati, i civili sterminati. Un mondo nel quale chi chiede la pace viene accusato di creare divisioni e di generare odio antisemita». Così i Patagarri, la band che ha intonato «Palestina libera» sulle note di una canzone ebraica al Concertone del Primo Maggio, replica alla Comunità ebraica. Il coro politico sul palco era stato definito «ignobile, sinistro e macabro» da Victor Fadium, presidente della Comunità Ebraica di Roma. Così non si è fatta attendere la replica della band. «Siamo esseri umani che non riescono a stare in silenzio di fronte alla morte e alla distruzione, musicisti che hanno imparato dalla musica a cercare quello che unisce e non quello che divide, a far funzionare un insieme composto da diversità», scrivono in un lungo post su Instagram.

«La canzone ebraica? Fa parte del nostro repertorio»

Se la Comunità ebraica se l’è presa soprattutto per la scelta di utilizzare Haga Naghila, una canzone della tradizione ebraica, gli artisti ci tengono a chiarire che il brano fa parte del loro repertorio da tempo. «Non siamo mai stati contro una popolazione o l’altra. Ma abbiamo sentito la necessità di privarla del testo originario, che parla della gioia di stare insieme, per sottolineare che da troppo tempo, nel Medio Oriente, quella gioia non esiste più», spiegano. Da qui, proseguono, la volontà di «testimoniare le storie dei civili, cioè di chi paga il prezzo più alto durante le guerre, perché vittime innocenti».

Lo scontro con David Parenzo

Nelle scorse ore, si è inserito nel dibattito anche il giornalista David Parenzo definendo l’esibizione «raccapricciante». Nel lungo post di risposta alle accuse ricevute, i Patagarri ricordano come «qualsiasi report internazionale sottolinea che il prezzo in termini di morti, feriti, mutilati che la comunità palestinese sta pagando in seguito alla guerra è inaccettabile. Con la nostra testimonianza non abbiamo fatto altro che ribadire dati oggettivi». E concludono: «Mettiamoci allora d’accordo su quali sono le parole giuste per chiedere che i bambini non muoiano più, che gli ospedali non vengano più bombardati, senza essere accusati di invocare la distruzione del popolo israeliano, senza finire in questa trappola retorica dell’antisemitismo, accusati per tramite di sofismi insopportabili, mentre la gente continua a morire».

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