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Se un cardinale spiffera i segreti del conclave non rischia nulla. La scomunica è prevista solo per i laici. Porporati graziati da Giovanni XXIII

08 Maggio 2025 - 17:02 Alba Romano
Roncalli è stato il “papa buono” soprattutto per il collegio cardinalizio. Se qualcuno dei componenti allunga un retroscena gustoso al giornalista amico, non rischia nulla: se la deve vedere solo con la propria coscienza

Prima di ogni Conclave tutti i cardinali giurano di osservare la massima segretezza per tutto quello che attiene direttamente o indirettamente agli scrutini per l’elezione del Papa nella Cappella Sistina. E anche per quanto riguarda le operazioni connesse con le votazioni. Lo stesso solenne impegno viene preso anche da tutti gli ecclesiastici e i laici che per motivi pratici entrano in contatto con i porporati elettori durante i giorni del Conclave. Si tratta, ad esempio, dei cerimonieri pontifici e dei confessori, degli addetti alla sagrestia, di quelli che si occupano delle pulizie e della mensa, dei medici e degli infermieri. Ma tra i due giuramenti – quello dei cardinali elettori e quello di tutti gli altri – c’è una differenza sostanziale. Per i primi non è prevista la scomunica automatica che invece è riservata ai secondi. 

Giovanni XXIII salvò dalla scomunica i cardinali chiacchieroni

A togliere la scomunica ai cardinali “chiacchieroni” fu il Papa buono, che ora è anche santo: Giovanni XXIII. Lo fece con il motu proprio Summi Pontificis Electio del 1962, con il quale semplificò le norme fissate nel passato togliendone alcune che evidenziavano una chiara sfiducia verso i cardinali elettori. Mentre infatti nella legislazione canonica precedente la gravissima pena della scomunica latae sententiae (automatica) era prevista per tutti coloro che violavano la segretezza del conclave, con le norme varate da papa Roncalli, questa pena rimaneva per tutti i laici ed ecclesiastici coinvolti nella preparazione e nello svolgimento del conclave ma non più per i cardinali elettori. 

Papa Giovanni XXIII
Papa Giovanni XXIII, detto «il Papa buono»

Il salvacondotto è in vigore ancora oggi. E c’è chi non ha frenato la sua lingua

Questa innovazione giovannea è stata mantenuta fino ad oggi. Leggendo le formule di giuramento attualmente in vigore si può infatti osservare che mentre per tutti gli altri viene esplicitata la minaccia di scomunica per chi rivela i segreti del conclave, per i cardinali “chiacchieroni” la scomunica non è prevista ma ci si appella più genericamente loro senso di responsabilità e alla loro coscienza. Pur tuttavia cardinali che hanno raccontato o lasciato scritto dati e testimonianze riguardo ai “segreti” del conclave ce ne sono stati con o senza scomunica, prima e dopo il documento di san Giovanni XXIII.

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