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Secondo Zakharova l’Europa è un «campo di concentramento dell’informazione digitale». Il paradosso russo

19 Maggio 2025 - 17:13 David Puente
La portavoce interviene a difesa di un'intervista rilasciata in Italia da Vladimir Soloviev, nella quale veicola diverse fake news della propaganda russa

Secondo quanto riportato dal media russo TASS, Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha accusato l’Europa di essere un «campo di concentramento dell’informazione digitale», paragonandola di fatto al regime nazista e banalizzando l’Olocausto a fini propagandistici. Un’accusa paradossale, considerando che la Russia è oggi tra i Paesi con il minor grado di libertà di stampa al mondo. Le dichiarazioni della portavoce russa nascono da un’interrogazione parlamentare della vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, critica nei confronti di un’intervista concessa dal propagandista e noto diffusore di fake news Vladimir Soloviev al canale Byoblu.

Il simbolismo estremo della propaganda russa

Zakharova utilizza un simbolismo estremo contro l’Europa, descrivendola come un regime totalitario, riproponendo la stessa falsa narrazione con cui la Russia ha giustificato l’invasione dell’Ucraina: un’Europa che vuole rinchiudere i suoi cittadini in «campi di concentramento dell’informazione», colpevole di imporre censura sulle «informazioni alternative e veritiere» provenienti da Mosca, in questo caso, le opinioni di Soloviev ospite di Byoblu. In realtà, l’intervista riporta la disinformazione del Cremlino, priva di qualunque contraddittorio sui contenuti falsi riportati.

Parliamo della stessa Maria Zakharova che ha sostenuto la fake news contro Marcon, Merz e Starmer in cui vengono accusati di essere stati beccati con un sacchetto di cocaina durante il loro viaggio a Kiev. Ricordiamo come la Russia abbia studiato e testato nel 2022 la propria propaganda di disinformazione contro l’Italia con falsi servizi attribuiti a RaiNews, Ansa e GEDI.

La libertà di stampa in Europa e in Russia

La classifica globale sulla libertà di stampa stilata ogni anno da Reporters Sans Frontières (RSF) viene spesso strumentalizzata per sostenere che nei Paesi europei esista censura verso i “giornalisti liberi e indipendenti”. Un’accusa infondata e, soprattutto, paradossale se a formularla sono rappresentanti del Cremlino.

Attualmente, i Paesi che occupano le posizioni più alte della classifica di RSF sono proprio quelli europei. Al contrario, nel 2025, la Russia si colloca agli ultimi posti: 171ª su 180 nazioni, addirittura dietro Bielorussia e Cuba. Una posizione non gradita da Mosca, tanto che il sito dell’organizzazione è stato oscurato sull’intero territorio della Federazione russa.

In Europa, i media operano in un quadro giuridico che tutela la libertà di espressione, accompagnata però da responsabilità editoriale. In Russia, al contrario, la libertà di stampa viene sistematicamente repressa. La legge russa prevede il carcere per chi diffonde quelle che il Cremlino definisce “notizie false” sul conflitto in Ucraina, azzerando ogni voce indipendente. Un esempio è quello di Maria Ponomarenko, che di recente ha tentato il suicidio in carcere.

Zakharova, di fatto, attribuisce in maniera del tutto infondata all’Europa pratiche che sono invece realtà consolidate sotto il controllo del Cremlino: arresti di giornalisti, censura di intere redazioni, persecuzione sistematica di chiunque si discosti dalla linea ufficiale. Ancora più tragico il destino dei giornalisti ucraini, come Viktoria Roshchyna, prima imprigionata, poi torturata e infine barbaramente uccisa dagli occupanti russi in Ucraina.

Nel 2022, la Russia aveva inserito Meta, e dunque i social come Facebook, Whatsapp e Instagram, nella sua lista di organizzazioni “terroristiche ed estremiste”.

Le fake news di Soloviev

Vladimir Soloviev è un noto propagandista del Cremlino, impegnato nella diffusione di fake news contro l’Ucraina e i Paesi occidentali, in particolare europei e alleati di Kiev. Tra i suoi contenuti ricorrenti: false copertine di Charlie Hebdo contro Zelensky, accuse infondate di saccheggi durante gli incendi a Los Angeles e bufale su Olena Zelenska.

Durante l’intervista a Byoblu, intitolata “L’Italia non sia burattino UE” e condotta da Gianluca Savoini, Soloviev ha esposto come verità le falsità della propaganda russa sul conflitto in Ucraina, come ad esempio il fantomatico “colpo di Stato” nel 2014 e l’accusa che il Paese sia governato da nazisti. Tutto questo senza alcuna contraddizione o verifica, offrendo un assist alla disinformazione del Cremlino.

Il regolamento UE

Quello che potrebbe essere considerato è il Regolamento (UE) 2022/350, attraverso il quale l’Unione Europea ha imposto un blocco temporaneo alle trasmissioni di diversi canali televisivi russi, come RT (Russia Today). RT France, a seguito di tale decisione, si era rivolta al Tribunale dell’Unione Europea, che ha confermato la legittimità delle misure adottate dall’UE contro gli organi di informazione russi, sottolineando la necessità di bilanciare la libertà di espressione con la tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico dell’Unione.

Il regolamento non vieta direttamente le interviste in sé, nemmeno a soggetti sanzionati, ma potrebbe in qualche modo porre dei limiti anche nel caso dell’intervista a Soloviev, priva di contraddittorio permettendo la diffusione indisturbata delle falsità russe.

La posizione dell’AGCOM sulla propaganda russa

Nel 2024, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni si era espressa in merito alla diffusione di un “documentario” prodotto dal media russo RT e diffuso tramite le piattaforme come Youtube e X:

Agcom ha chiesto, martedì 4 giugno, anche a seguito di una segnalazione inoltrata dal Ministero degli affari esteri, alle piattaforme di condivisione di video YouTube e X (ex Twitter), la rimozione di un documentario prodotto dal canale televisivo Russia Today e accessibile dall’Italia. Il video, che utilizza il format di un documentario giornalistico, propone una ricostruzione di quanto accaduto in Donbass negli ultimi 10 anni senza alcuna disamina o riproposizione di posizione diverse, descrivendo la popolazione ucraina come composta da feroci nazisti che vogliono sterminare il loro stesso popolo con la complicità di NATO, USA e Unione Europea, indicati come i veri mandanti delle stragi e autori del colpo di stato del 2014. I contenuti del “documentario” assumono un carattere politico di incitamento all’odio razziale in violazione della dignità umana e appaiono riconducibili ad una forma di propaganda russa con un chiaro intento di diffondere notizie distorte e generare disinformazione, volte a orientare l’opinione pubblica screditando i paesi occidentali e le istituzioni europee. La diffusione di tale contenuto appariva tanto più grave in considerazione dell’imminenza del voto per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024 e del rischio di una interferenza sulla formazione del consenso dei cittadini attraverso una rappresentazione non corretta dei fatti di cronaca. Ciò ha reso urgente un intervento a tutela dei cittadini utenti. Pertanto, Agcom, alla luce del menzionato divieto e in applicazione del regolamento di cui alla delibera n. 298/23/CONS che ha dato attuazione all’art. 41, comma 7, del TUSMA, ha notificato in data 4 giugno 2024 un avvio di procedura a YouTube e X per la diffusione del video intitolato “Donbass, ieri oggi e domani”, realizzato e prodotto da Russia Today, per chiedere di limitare la circolazione del contenuto nonché di altri video ad esso collegati. YouTube ha tempestivamente comunicato di aver proceduto alla rimozione del contenuto e dei video ad esso collegati a livello mondiale bloccando altresì il canale. Successivamente, anche X si è adeguato. Si ricorda che il Regolamento del Consiglio europeo (UE) n. 833/2014 (art. 2 septies paragrafo 3) stabilisce il divieto in capo agli operatori di consentire “la radiodiffusione, ovvero il conferimento della capacità di diffondere, l’agevolazione della radiodiffusione dei contenuti delle persone giuridiche, delle entità o degli organismi elencati nell’allegato XV, anche sotto forma di fornitori di servizi internet, piattaforma o applicazione di condivisione di video su internet”. L’emittente Russia Today è inclusa nell’All. XV.

Chi c’è dietro l’articolo di TASS

L’articolo di TASS riporta un’intervista rilasciata da Maria Zakharova a International Reporters, il media russo sostenuto dal Cremlino e definito da Reporters Sans Frontières (RSF) come uno «strumento di propaganda», che ha usufruito dei servizi del disinformatore francese Adrien Bocquet, noto negazionista della strage di Bucha.

L’intervistatore risulta essere Andrea Lucidi, citato da Byoblu anche come «nostro inviato» nelle aree occupate dai russi in Ucraina.

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