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Altro blackout in Spagna. In down telefoni fissi, rete internet e numeri per le emergenze: «Possibile problema di sovratensione»

20 Maggio 2025 - 11:54 Cecilia Dardana
Blackout spagna attacco hacker
Blackout spagna attacco hacker
I guasti sono cominciati poco dopo le 2 del mattino. Sono in corso gli accertamenti ma è probabile che si tratti di problemi di sovratensione

Ancora problemi per la Spagna, che dopo il gigantesco blackout di fine aprile, si trova a fronteggiare un altro guasto. Questa volta sono interessate le linee telefoniche fisse, la rete internet e i numeri di emergenza del 112, che sono stati sostituiti dall’attivazione di numeri alternativi per le emergenze. Le zone colpite sono l’Andalusia, la Galizia, i Paesi Baschi, l’Aragona, la Navarra, l’Estremadura e la Comunità valenciana. Telefónica, società di telecomunicazioni fissa e mobile, ha fatto sapere che i problemi sono provocati da «lavori di aggiornamento della rete che hanno interessato servizi puntuali in alcune aziende». L’operatore assicura che sta «lavorando per risolverli».

Cosa sta succedendo in Spagna

Secondo il sito Downdetector, che riporta problemi nei servizi alle imprese, i guasti sono cominciati poco dopo le 2 del mattino e per un 72% hanno riguardato il servizio di internet fisso. Il 18% dei report ricevuti, invece, segnala l’assenza di segnale e un 10% un blackout totale. I guasti hanno suscitato preoccupazione, soprattutto dopo il blackout elettrico che il 28 aprile scorso ha oscurato la penisola iberica. Sull’accaduto sono in corso accertamenti tecnici che «stanno dando priorità alla variabile della sovratensione», come possibile fattore che può averlo fatto scattare. È quanto detto dalla vicepremier e ministra della Transizione ecologica spagnola, Sara Aagesen.

Gli accertamenti tecnici

La ministra ha aggiunto che tale episodio di sovratensione può essere associato a «una serie di cause», ancora non verificate: «Bisogna sapere cosa ha provocato questa sovratensione. Al momento non abbiamo certezza, e quindi non siamo arrivati alla causa finale». Ad esempio, si sta cercando di capire se i «tagliafuoco», di cui è dotato il sistema per evitare che un problema in un punto della rete si estenda, «possano non aver funzionato». C’è anche l’ipotesi dell’attacco hacker, che Aagesen ha detto «non essere stata ancora esclusa», perché «i tecnici continuano a lavorare, spostandosi tra i diversi centri distribuiti su tutto il territorio nazionale», ma finora «non sono apparsi indizi» che la facciano ritenere plausibile. A domanda sulla possibilità che un blackout come quello di fine aprile si ripeta, ha risposto: «Siamo in condizioni di dire che l’operatore attualmente è in un sistema rafforzato, come se si trattasse di un antibiotico di ampio spettro per un paziente che ha qualcosa, somministrato per evitare che stia di nuovo male».

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