Il nome di Imane Khelif pubblicato per sbaglio, il presidente della World Boxing si scusa: la «svista» sulle regole per il test genetico sul sesso


Il presidente di World Boxing Association, Boris van der Vorst, ha chiesto pubblicamente scusa alla campionessa olimpica Imane Khelif per aver violato la sua privacy citandola in un comunicato ufficiale sulle nuove regole di partecipazione alle gare. Nella nota la federboxe comunicava alle federazioni nazionali le nuove regole in materia di test sul genere, imponendo dei test genetici per rilevare i cromosomi sessuali degli atleti e delle atlete. Proprio in quel passaggio veniva fatto esplicito riferimento alla pugile algerina e al trascorso dell’Olimpiade di Parigi.
La privacy violata e il comunicato col nome
In una lettera indirizzata alla federazione di box algerina, il presidente Boris van der Vorst ha espresso il suo rammarico per aver esposto pubblicamente la pugile e per non aver rispettatto la sua privacy: «Sto scrivendo a tutti voi personalmente per offrire una formale e sincera scusa e riconoscere che la sua privacy avrebbe dovuto essere protetta- ha aggiunto il presidente – rivolgendomi a voi personalmente, dimostriamo il nostro sincero rispetto per voi e i vostri atleti». Come sia potuto sfuggire un passaggio così importante nel comunicato non è chiaro. Né tantomeno von der Vorst ha chiarito se quel comunicato era stato approvato da lui prima della diffusione.
Il caso delle Olimpiadi 2024
La pugile algerina è uscita vittoriosa dalla categoria 66 chili alle ultime Olimpiadi di Parigi, ma con una scia di polemiche che ancora oggi non sono del tutto spente. Dopo il ritiro della pugile italiana Angela Caridi nell’incontro di semifinale, si erano riaccese le accuse contro la pugile algerina in merito alla legittimità o meno della sua partecipazione nella categoria femminile. Nel 2023 era stata esclusa dai Mondiali di boxe perché i risultati di alcuni esami medici non rispettavano i criteri di accesso alle categorie femminili dell’International Boxing Association, mentre il Cio le consentì di partecipare alle Olimpiadi.