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Tajani rivela: «L’Iran avrebbe potuto avere 10 bombe atomiche in sei mesi». Cosa ha detto il ministro alle Camere

14 Giugno 2025 - 11:55 Ygnazia Cigna
La guerra entra nel suo secondo giorno con un clima di massima allerta sul piano diplomatico e militare. Il punto del vicepremier

La guerra tra Israele e Iran entra nel suo secondo giorno con un clima di massima allerta sul piano diplomatico e militare. Sul campo continuano i bombardamenti, mentre la diplomazia internazionale si muove febbrilmente per evitare una possibile escalation. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si è presentato in audizione congiunta Camera-Senato e ha rivelato che «secondo l’intelligenze di Israele, l’Iran avrebbe potuto avere 10 bombe atomiche in meno di sei mesi e oltre 2mila missili per poterle lanciare, verso Israele e non solo». Un quadro, spiega il vicepremier, del tutto «allarmante» e «confermato in maniera inequivocabile dal recente rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, che ha dichiarato l’Iran in violazione dei suoi obblighi sul tema dell’arricchimento dell’uranio».

Vertice alla Farnesina

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Questa mattina alle 8.30, alla Farnesina, si è svolta una riunione in videoconferenza tra il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, i vertici del ministero e gli ambasciatori italiani presso le sedi strategiche di Teheran, Tel Aviv e Gerusalemme. L’obiettivo è fare il punto sulla crisi, predisporre eventuali piani per la sicurezza dei cittadini italiani nell’area e snocciolare le opzioni politiche e diplomatiche che il nostro governo può affrontare. Il vicepremier è in costante contatto con l’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei. Secondo quanto riferisce la Farnesina, la rete consolare è attiva nel fornire assistenza a chi volesse lasciare i Paesi coinvolti, compatibilmente con la chiusura generalizzata dello spazio aereo in gran parte della regione.

Qual è la linea dell’Italia

«L’obiettivo è evitare un’escalation», ha ribadito Tajani. Tuttavia, appare evidente che la linea adottata dal governo italiano è quella di sostenere Israele nelle sue ragioni: «Ha il diritto di garantire la propria sopravvivenza e di tutelarsi da un possibile attacco nucleare», ha dichiarato il vicepremier, durante un colloquio telefonico avuto questa mattina con il presidente israeliano Isaac Herzog. Il ministro ha riferito il contenuto della conversazione nell’aula dei gruppi parlamentari a Montecitorio, davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato. «Di fronte a una minaccia nucleare dell’Iran non ci può esserci nessuna ambiguità», ha detto. Mentre il governo italiano continua a invitare a non interrompere il dialogo e a sostenere i negoziati tra Stati Uniti e Iran per un accordo sul nucleare, ha precisato che l’operazione militare è destinata a protrarsi per diversi giorni, se non settimane.

La posizione del ministro della Difesa Crosetto

Anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nella mattinata ha lanciato un appello per fermare l’escalation, ma ha precisato: «Va bloccato, da una parte, l’arricchimento dell’uranio, ovvero la possibilità dell’Iran di disporre della bomba nucleare, e, dall’altra, Israele dagli attacchi, in cambio della garanzia che l’Iran rinunci a questa arma. Se non ci sarà questa garanzia, sarà impossibile per tutta la comunità internazionale fermare Israele, perché Israele lo considera il presupposto della sua possibilità di sopravvivenza». Ieri, 13 giugno, Crosetto aveva inoltre confermato che lo scenario attuale era atteso dai vertici militari del nostro Paese. Insomma, non è stata una sorpresa: «Ci aspettavamo questo nuovo fronte, ma non ne avevamo bisogno». Mentre Tajani riferisce che neanche Francia, Germania e Regno Unito erano stati informati preventivamente dell’attacco israeliano.

Cosa sta succedendo in Iran il secondo giorno di guerra

Intanto, sul campo, la situazione si intensifica. L’esercito israeliano ha annunciato di aver colpito «decine di lanciamissili» sul territorio iraniano, dopo una serie di raid notturni nell’area di Teheran che avrebbero preso di mira sistemi di difesa aerea. Una nuova ondata di attacchi è stata rivendicata oggi dall’aeronautica israeliana. Nel frattempo, inizia la conta delle vittime civili. Dall’altra parte, l’Iran alza il tono della minaccia. Secondo media locali, l’esercito iraniano si starebbe preparando a lanciare fino a 2mila missili contro Israele, un numero 20 volte superiore rispetto a quelli usati finora. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha inoltre lasciato in sospeso la partecipazione dell’Iran al prossimo round di colloqui sul nucleare con gli Stati Uniti, previsto per domenica.

I sospetti sugli Usa e la minaccia a Francia e Uk

«Non possiamo immaginare che il regime sionista abbia inscenato una guerra del genere senza il consenso degli Stati Uniti», ha dichiarato Baghaei, accusando implicitamente Washington di complicità. Il mondo osserva con crescente preoccupazione l’evolversi della crisi. Le cancellerie occidentali lavorano a un fronte comune per cercare una via diplomatica. Ma l’orologio del conflitto avanza veloce. E secondo alti comandanti militari dell’Iran, la guerra nei prossimi giorni si estenderà fino a includere anche le basi statunitensi presenti nella regione. E l’Iran ha già messo in guardia anche Regno Unito e Francia: se dovessero ostacolare le sue operazioni contro Israele, Teheran prenderà di mira le loro basi militari presenti in Medio Oriente.

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