Putin-Zelensky, si lavora al vertice entro agosto: «Gli Usa vogliono farlo a Budapest». Trump: «Garantiremo copertura aerea a truppe europee»


Il giorno dopo il maxi-vertice alla Casa Bianca dei leader europei con Donald Trump, fervono i preparativi per un possibile incontro bilaterale tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky per provare a trovare la via d’uscita dalla guerra tra Russia e Ucraina. A spingere forte in questa direzione è l’Amministrazione Usa. «Lasciamo che Putin e Zelensky si incontrino per primi: sono loro che devono prendere le decisioni», ha rilanciato oggi Trump in un’intervista a Fox News. Ieri sera il leader Usa aveva interrotto i conciliaboli con i leader dei principali Paesi europei, dopo aver già discusso a quattr’occhi con Zelensky, per telefonare a Putin, con cui si era visto venerdì in Alaska, e sondare la sua disponibilità a un inedito faccia a faccia col leader ucraino. Putin non avrebbe chiuso la porta, anche se di primo acchito, svela oggi l’Afp, avrebbe tentato una mossa delle sue, suggerendo Mosca come sede dell’incontro. Proposta irricevibile per Zelensky, che l’ha subito bocciata. La trattativa però è in piedi, conferma la Casa Bianca e non smentiscono le parti interessate. Secondo il giornalista Bara Ravid di Axios, con ottime fonti nell’Amministrazione Usa, il bilaterale si terrà «entro la fine di agosto».
Ginevra o Budapest? Il nodo della sede del vertice
Scartata come poco più di una boutade Mosca, dove si terrebbe dunque il vertice russo-ucraino? Gli europei, presumibilmente con l’ok anche di Zelensky, spingono perché si svolga a Ginevra. Francia e Germania avevano evocato la città svizzera come sede del possibile incontro già nei giorni scorsi, e l’Italia di Giorgia Meloni, che pure aveva accarezzato l’idea di un vertice a Roma, pare essersi ora allineata. «La Svizzera è prontissima, anche a breve termine» a ospitare il bilaterale, ha detto oggi il ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis. Non sarebbe un problema neppure il mandato d’arresto internazionale che pende sulla testa di Putin. O meglio, lo si aggirerebbe. «L’anno scorso il consiglio federale ha chiarito la situazione giuridica e definito le procedure per concedere l’immunità a una persona sottoposta a mandato di arresto internazionale in arrivo in Svizzera, se quella persona si presenta per una conferenza di pace», ha aggiunto Cassis. Secondo Politico però la Casa Bianca avrebbe in mente un’altra idea: tenere l’incontro Putin-Zelensky, cui parteciperebbe lo stesso Trump, a Budapest. Il Secret Service Usa sarebbe già al lavoro su questo scenario, scrive la testata, ricordando come la capitale ungherese sarebbe però un terreno minato per Zelensky, che col governo di Viktor Orban ha rapporti burrascosi (così come le istituzioni Ue).
Le garanzie di sicurezza di Europa e Usa
Di qui al possibile incontro a due, comunque, i governi occidentali non stanno né staranno con le mani in mano. Dopo i colloqui di ieri a Washington, nei quali il tema della cessione di territori ucraini non sarebbe stata affrontata, per il sollievo di Zelensky, il lavorio politico euro-americano si concentra sulla messa a punto di quelle «garanzie di sicurezza» essenziali a Kiev per accettare un accordo di pace. Trump sembra essersi convinto ad assicurare un ruolo di protezione degli Usa di medio/lungo termine, sebbene la prima linea di difesa, ha detto ieri, «dovrà assicurarla l’Europa». Oggi il presidente Usa ha fornito qualche dettaglio in più su cosa ha in mente la Casa Bianca. Non l’invio di soldati sul terreno («Lo assicuro come presidente», ha scolpito in un’intervista a Fox News). La protezione dei cieli ucraini tramite adeguato supporto aereo, quella invece probabilmente sì, ha aggiunto. «Gli europei sono intenzionati a mettere gli uomini sul terreno. Noi siamo disposti ad aiutarli con cose tipo la protezione aerea, perché abbiamo cose che nessun altro ha. Non penso sarà un problema».
Soldati e protezione aerea, i colloqui Nato sul futuro dell’Ucraina
A parlarne in maggior dettaglio, domani, saranno i capi di Stato maggiore della difesa dei Paesi Nato, in una videoconferenza guidata dal presidente del Comitato militare degli Alleati Giuseppe Cavo Dragone, cui prenderà parte anche il nuovo Comandante supremo alleato, il generale Usa Alexus Gregory Grynkewich. Obiettivo, come ha fatto sapere oggi in una nota il governo britannico, sarà quello di «discutere dei piani volti a fornire solide garanzie di sicurezza all’Ucraina e preparare l’invio di una forza di rassicurazione» che possa garantire il futuro cessate il fuoco con la Russia. Nel dubbio che Putin possa sfilarsi dalle trattative in corso, comunque, la conferenza virtuale dei “Volenterosi” svoltasi oggi sotto la guida congiunta di Emmanuel Macron e Keir Starmer si è discusso anche di «esercitare ulteriori pressioni su Mosca attraverso le sanzioni», fa sapere ancora Downing Street. “E’ stato espresso sincero apprezzamento per i leader europei che hanno partecipato all’incontro a Washington, grazie al loro eccellente lavoro di squadra sono stati rappresentati gli interessi europei”. È ora di «accelerare il lavoro per dare le garanzie di sicurezza all’Ucraina sulla falsariga dell’articolo 5 della Nato, e la Coalizione dei Volenterosi deve essere coinvolta da vicino nel processo», ha spronato dal canto suo Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo riunitosi oggi in sessione (remota) straordinaria.