Mostra del Cinema di Venezia, vince «Father, Mother, Sister, Brother». Il Leone d’Argento al film su Hind Rajab, la bimba morta a Gaza – I premi


È il film Father, Mother, Sister, Brother di Jim Jarmusch ad aggiudicarsi il Leone d’Oro della 82/a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, i cui premi sono stati assegnati stasera, 6 settembre 2025. Il film è costruito su tre storie che esplorano i rapporti fra genitori e figli. Nel cast Cate Blanchett, Adam Driver, Tom Waits e Charlotte Rampling. Il Leone d’Argento della Mostra è andato invece a The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania (Tunisia, Francia): il film rievoca la storia vera della bambina palestinese di cinque anni morta a Gaza durante un attacco, dopo aver parlato per ore al telefono con gli operatori della Mezzaluna Rossa che hanno tentato invano di salvarla. La regista premiata ha ricordato commossa la tragedia di Gaza: «Il regime israeliano non resti impunito», ha dichiarato. «La voce di Hind continuerà a risuonare finché giustizia non sarà fatta: crediamo tutti nel potere del cinema è quello che ci ha portato qui e ci dà il coraggio per raccontare storie che altrimenti sarebbero sepolte».
Gli altri premi e il pensiero alla Flotilla
Va a Toni Servillo la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile. Servillo è stato premiato per l’interpretazione nel film La Grazia di Paolo Sorrentino (Italia) ed è la prima volta che l’attore vince una coppa alla Mostra. «Consentitemi, a nome di un sentimento che tutto il cinema italiano prova, di esprimere ammirazione per coloro che hanno deciso di mettersi in mare con coraggio, di raggiungere la Palestina e di portare un segno di umanità in una terra dove quotidianamente e in maniera crudele la dignità umana è vilipesa», ha affermato l’attore sul palco. Ad aggiudicarsi la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile Xin Zhilei per il film Ri Gua Zhong Tian (The Sun Rises On Us All) di Cai Shangjun (Cina).
Premio Orizzonti a Porcaroli e Covi
La Giuria Orizzonti ha assegnato invece a Benedetta Porcaroli il riconoscimento femminile per Il rapimento di Arabella di Carolina Cavalli (Italia), mentre a Giacomo Covi è andato quello maschile per Un anno di scuola di Laura Samani (Italia, Francia). Durante la cerimonia di premiazione, Porcaroli ha dedicato il premio alla Gaza Flotilla: «Vorrei dedicare questo premio con tutto il mio amore, la mia stima, la mia riconoscenza agli amici della Flotilla: non è tutto finito, c’è un motivo valido per alzarsi la mattina che si chiama umanità», ha dichiarato. La giovane attrice aveva già espresso nei giorni scorsi il suo pensiero fisso di quest’era: «Ho il cuore a pezzi per come mi vivo io questa strage umana. Non riesco neanche più a divertirmi chissà quanto, non riesco ad avere un eccesso di euforia, siamo devastati. La cosa che andrebbe fatta è proprio cogliere qualunque occasione, non bisogna essere esperti di geopolitica per alzarsi in piedi e dire che non ci sta bene».
Di cosa parla «Il rapimento di Arabella»
Con Il rapimento di Arabella, Carolina Cavalli firma una regia e una sceneggiatura che hanno il coraggio di indagare le fragilità di una generazione sospesa tra rimpianti e aspettative mancate. Al centro c’è Holly, interpretata da Benedetta Porcaroli, che a ventotto anni vive con la convinzione di essere la versione sbagliata di sé stessa. La sua esistenza, costellata da ansie e sogni infranti, prende una svolta quando incontra Arabella, una bambina che decide di assecondare l’idea di Holly: impersonare la sé bambina, la versione originaria che lei non ha mai saputo valorizzare. Il titolo lascia immaginare un rapimento, ma il film non racconta un sequestro nel senso tradizionale. È piuttosto il racconto di una fuga simbolica, in cui Holly prova a sottrarre al tempo la propria infanzia per tornare indietro e riscrivere la sua storia. In questo viaggio intimo e surreale, il confronto con Arabella diventa lo specchio di una generazione che da piccoli si è immaginata mille vite, salvo poi scoprire di averne una soltanto. E restare bloccata in quella sensazione che la vita, quella vera, sia sempre altrove.
Di cosa parla «Un anno di scuola»
In Un anno di scuola di Laura Samani, ambientato a Trieste nel 2007, l’arrivo della diciottenne svedese Fred in una classe di soli ragazzi incrina l’equilibrio di tre amici inseparabili. Ognuno la desidera, ma lei cerca soprattutto di essere accettata nel gruppo come pari, scontrandosi con le regole implicite di un mondo maschile che le chiede continui sacrifici di sé. Il film indaga le asimmetrie di genere che condizionano l’adolescenza e il passaggio all’età adulta. Ne nasce un racconto di formazione vibrante, in cui l’interpretazione di Giacomo Covi aggiunge spessore a una storia che parla di desiderio, amicizia e appartenenza.
Standing ovation per Armani
Applausi lunghissimi e standing ovation per Giorgio Armani durante la cerimonia di chiusura dell’82ª Mostra del Cinema di Venezia. Sul palco Carlo Ratti, curatore della Biennale Architettura, che ha dichiarato: «Armani ci ha insegnato che la creatività, l’innovazione e la cultura del progettare vivono negli spazi in cui le discipline si incontrano». Nel corso della serata è stato annunciato il Premio del Pubblico Armani Beauty, assegnato a Calle Malaga di Maryam Touzani: la regista, ricevendo il riconoscimento, ha colto l’occasione per lanciare un appello a sostegno della Palestina.
Tutte le premiazioni
Venezia 82
- Leone d’Oro per il miglior film: Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch (Usa, Irlanda, Francia)
- Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria: The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania (Tunisia, Francia)
- Leone d’Argento – Miglior regia: Benny Safdie per The Smashing Machine (USA)
- Coppa Volpi – Miglior interpretazione femminile: Xin Zhilei in Ri Gua Zhong Tian (The Sun Rises on Us All) di Cai Shangjun (Cina)
- Coppa Volpi – Miglior interpretazione maschile: Toni Servillo in La Grazia di Paolo Sorrentino (Italia)
- Premio per la migliore sceneggiatura: Valérie Donzelli e Gilles Marchand per À Pied d’Œuvre (At Work) di Valérie Donzelli (Francia)
- Premio speciale della Giuria: Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi (Italia)
- Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore emergente: Luna Wedler in Silent Friend di Ildikó Enyedi (Germania, Ungheria, Francia)
Orizzonti
- Premio Orizzonti per il miglior film: En el Camino (On the Road) di David Pablos (Messico)
- Premio Orizzonti per la migliore regia: Anuparna Roy per Songs of Forgotten Trees (India)
- Premio speciale della Giuria Orizzonti: Harà Watan (Lost Land) di Akio Fujimoto (Giappone, Francia, Malesia, Germania)
- Premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile: Benedetta Porcaroli in Il rapimento di Arabella di Carolina Cavalli (Italia)
- Premio Orizzonti per la migliore interpretazione maschile: Giacomo Covi in Un anno di scuola di Laura Samani (Italia, Francia)
- Premio Orizzonti per la migliore sceneggiatura: Ana Cristina Barragán per Hiedra (The Ivy) (Ecuador)
- Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio: Utan Kelly (Without Kelly) di Lovisa Sirén (Svezia)
Leone del futuro – Premio Venezia Opera Prima Luigi Laurentiis
- Short Summer di Nastia Korkia (Germania, Francia, Serbia)
Venezia spotlight
- Premio degli Spettatori – Armani Beauty: Calle Málaga di Maryam Touzani (Marocco, Francia, Spagna, Germania, Belgio)
Venezia classici
- Premio Venezia Classici per il miglior documentario sul cinema: Mata Hari di Joe Beshenkovsky e James A. Smith (Usa)
- Premio Venezia Classici per il miglior film restaurato: Bashu, Gharibeye Koochak (Bashu, The Little Stranger) di Bahram Beyzaie (Iran)
Venica Immersive
- Gran Premio Venice Immersive: The Clouds Are Two Thousand Meters Up di Singing Chen (Taipei, Germania)
- Premio speciale della Giuria Venice Immersive: Less Than 5gr of Saffran di Négar Motevalymeidanshah (Francia)
- Premio per la realizzazione Venice Immersive: A Long Goodbye di Kate Voet e Victor Maes (Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi)
Premi speciali
- Leone d’Oro alla carriera 2025: Kim Novak, Werner Herzog
- Cartier Glory to the Filmmaker Award 2025: Julian Schnabel
- Premio Campari Passion for Film 2025: Gus Van Sant