Le lacrime di Salvini per l’omicidio di Charlie Kirk: «Nulla sarà più come prima, ora andrò io in scuole e università a parlare coi ragazzi»


Matteo Salvini dice di aver pianto per l’omicidio di Charlie Kirk, l’attivista conservatore Usa assassinato da un cecchino mentre parlava con gli studenti universitari nello Utah. Un pianto di commozione, ma anche di speranza, dice il vicepremier leghista oggi al Corriere: «Ho pianto vedendo i ragazzi che pregavano insieme». Salvini parla di un evento spartiacque, di portata globale: «Mai, da trent’anni a oggi, qualcosa mi aveva colpito tanto. C’è un prima e un dopo». Che intende dire, il leader del Carroccio? «È la prima volta che si tocca con mano un odio e una soddisfazione per la morte di un giovane padre da anni bui», se da un lato tanti ragazzi si sono riuniti in preghiera per Kirk, dall’altra emerge «il fiume di rabbia e cattiveria non più nascosta, esibita con il sorriso e senza vergogna». Ecco perché «questo può essere un episodio che cambia la storia», spiega a Marco Cremonesi. Salvini evoca esplicitamente le responsabilità della sinistra, anche se «non tutta», precisa: «Kirk era bianco, conservatore, anti woke, non Lgbt+, cristiano, critico sull’immigrazione di massa e la prepotenza islamica. Ciò giustifica il suo assassinio? Se una parte della sinistra legittima la violenza nei confronti di chi non la pensa come lei vivremo giorni difficili. Qualcuno ha detto che non tutti i morti sono uguali…».
Salvini prepara il tour in scuole e università?
Riecheggia, con parole diverse, il senso dell’ammonimento lanciato ieri dal palco della festa dell’Udc dalla premier Giorgia Meloni. Che ha citato le parole del matematico Piergiorgio Odifreddi («sparare a Martin Luther King e a un rappresentante Maga non è la stessa cosa») per mettere in guardia sul rischio di odio e violenza politica anche in Italia. Se questa nella destra di governo è l’analisi della situazione, che intende fare dunque Salvini? «Parlare direttamente e in maniera diversa ai giovani», promette, per poi annunciare che «domani stesso manderò una lettera ai presidi delle superiori e ai rettori: mi metto a disposizione per andare a parlare nelle scuole e nelle università. Partendo certo dal mio lavoro di ministro, dalle vite dei ragazzi, dal codice della strada. Vorrà ascoltarli, soprattutto coloro che non la pensano come me».
Il raduno di Pontida nel segno di Kirk: chi ci sarà
Chissà se presidi e rettori si avvarranno della «disponibilità» del vicepremier. Di certo, nel breve periodo, Salvini Kirk intende omaggiarlo nel suo raduno simbolo, quello di Pontida in programma il prossimo finesettimana. «Diventerà un momento di riflessione sul coraggio contro la paura, sulla libertà contro la violenza». Tessendo la rete delle alleanze globali di chi – lascia intendere Salvini – la sinistra vuol mettere a tacere se non con le armi per via giudiziaria. «Bardella parlerà della condanna di Marine Le Pen, che la sinistra vuole eliminare politicamente. E mi piacerebbe un collegamento con il Brasile, dove l’ex presidente Bolsonaro è stato condannato a 27 anni perché primo nei sondaggi» (l’ex presidente brasiliano è stato condannato per i reati di tentato colpo di Stato, attentato allo Stato di diritto e appartenenza ad organizzazione criminale per l’assalto al Parlamento del gennaio 2023, ndr). E poi, annuncia fiero il vicepremier, sul palco della Lega ci saranno «alcuni giovani e opinionisti che hanno il coraggio di parlare, che si espongono sui social e sui media con coraggio. Sarà una Pontida diversa da tutte le altre».