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Ma davvero la Russia può attaccare la Nato e l’Europa? Gli 007 italiani dicono di no

19 Settembre 2025 - 05:00 Alessandro D’Amato
russia attacco nato unione europea servizi segreti italia
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I servizi segreti italiani: Mosca al massimo può tentare colpi di mano come in Crimea. O mettere nel mirino la Moldova. Ma a Putin mancano tecnologie, arsenali e l'economia che cresce

Ma davvero la Russia può attaccare i paesi della Nato e dell’Unione Europea? Mentre i Volenterosi si preparano a varare l’Operazione Sentinella e il commissario Ue alla Difesa Andrius Kubilius dice che Vladimir Putin sta preparando un’invasione «entro 3-4 anni», i servizi segreti italiani sostengono il contrario. E c’è chi tra gli 007 sostiene di «non capire» su quali basi la Germania ritenga pronto l’attacco. Con annessa sfida all’Alleanza Atlantica. La forza militare russa si è vista in Ucraina. Dove anche con gli aiuti militari oggi Mosca si trova invischiata in una guerra di logoramento. Mentre la Nato ha capacità militari superiori rispetto a quelle ucraine.

Come in Crimea

La Stampa riporta oggi cosa si è detto nel giorno della presentazione della nuova rivista dei servizi segreti Gnosis. Ovvero che è difficile che Mosca possa scatenare un conflitto diretto. «I russi potrebbero al più tentare qualche colpo di mano come in Crimea nel 2014», è il ragionamento. Una prospettiva totalmente diversa da un’invasione su larga scala e da una guerra convenzionale. Mentre quella dei droni in Polonia va vista più come una provocazione o un test sulla reazione della Nato, piuttosto che una sfida bellica. Proprio per questo l’alleanza intende rafforzare il fronte con l’Operazione Sentinella dell’Est. E al netto delle polemiche sugli “incidenti” come il missile polacco scambiato per drone russo in Polonia.

I prossimi candidati all’invasione

Putin potrebbe avere mire sulle terre di confine, è il ragionamento. Per esempio la Moldova, dove i russi si ritengono padroni e le istituzioni guardano a Ovest. I paesi baltici, che sono i più impauriti dalle possibili azioni della Russia, in realtà hanno l’ombrello della Nato. Colpire uno di quei paesi, e il discorso vale anche per scandinavi e polacchi, sarebbe «guerra vera». Una guerra in cui l’organico militare vero e proprio conterebbe relativamente. Le guerre moderne si fanno con le tecnologie, gli arsenali e l’economia che cresce. Tre caratteristiche che oggi la Russia non ha. E la valutazione trova concordi anche gli ambienti militari.

Il vero pericolo

Mentre c’è chi ricorda ogni giorno quanto sia importante rafforzare la difesa, la stima del potenziale offensivo russo dice altro. Qualche mese fa, nella Relazione sulla sicurezza al Parlamento, il Dipartimento informazione e sicurezza parlava della Russia e della Cina come attori «capaci di porre in essere campagne coordinate, multi-vettoriali e sinergiche in grado di sfruttare alcune caratteristiche strutturali e attaccare le debolezze sistemiche dei Paesi occidentali». È questo il vero pericolo: la minaccia ibrida. Su cui Mosca spende in intelligence, mezzi economici, cibernetici e diplomatici, e disinformazione organizzata.

700 mila soldati

Altro discorso riguarda il fronte ucraino. Dove Putin sostiene che siano oltre 700 mila i soldati. Mentre intanto Volodymyr Zelensky annuncia di aver incontrato i militari ucraini nella regione di Donetsk e – senza specificare in quale lasso di tempo – afferma che le forze di Kiev abbiano riconquistato 7 villaggi e 160 chilometri quadrati in questa zona del fronte. In particolare in quella di Dobropillia, dove il mese scorso la stessa Kiev aveva riferito di un’avanzata delle forze russe. Stando ai dati dell’Institute for the study of war, le forze d’invasione russe avrebbero invece occupato 594 kmq di territorio ucraino ad agosto.

Le difficoltà al fronte

Eppure, scrive Anna Zafesova ancora su La Stampa, la Russia è in difficoltà oggi al fronte. Anche se in Belarus le grandi manovre militari Zapad-2025 e Occidente-2025 vogliono impaurire i vicini a Ovest. Con tanto di zar in uniforme militare. Ma con l’assenza del capo dello Stato maggiore Valery Gerasimov. E la significativa presenza del generale Andrey Mordvichev, il comandante delle truppe di terra, considerato il nuovo favorito del presidente. «Se Putin deciderà infine di fare la guerra all’Europa, sarà con lui», dice al quotidiano il politologo Abbas Galyamov.

Aiuti, sanzioni, garanzie

Mentre l’offensiva di terra in Ucraina è destinata a rallentare per l’arrivo dell’inverno, gli occidentali elaborano aiuti, sanzioni e garanzie in vista della tregua. E le esercitazioni Zapad hanno coinvolto la metà degli uomini di quelle precedenti: 100 mila secondo il Cremlino, forse addirittura 60 mila secondo altre fonti russe. Insomma, è il ragionamento, i toni e le scenografie minacciose di Mosca possono essere soltanto una manovra per intimidire gli europei. E ottenere dal tavolo negoziale di più di quello che si conquista al fronte.

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