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Bene Olly, Giorgia e Rose Villain, favolosi i dischi di Tropico e I Ministri. Il ritorno di Morgan e il disastro di Al Bano e Mogol – Le nostre recensioni

28 Settembre 2025 - 15:25 Gabriele Fazio

Morgan – Verrà l’estate

Verrà l’estate è un EP composto da nove tracce. Si apre con un intro di pianoforte, Decollage, poi si passa alla title track ed è probabilmente la prima volta che il nuovo Morgan, quello delle uscite squadrate su Instagram, quello che sbatte i piedi social per elemosinare uno schizzo di attenzione e che si dà del genio da solo, riesce a farci capire con un brano, scritto in collaborazione con sua maestà Pasquale Panella, cosa intende quando parla, a ben ragione, della bellezza antica che la musica contemporanea ha quasi del tutto perso. Un brano valido che ben si confà al graffio di voce incerto e pastoso del Castoldi. Purtroppo con Parrucchieri del viso si torna in quell’ambient musicale presuntuoso del Morgan degli ultimi anni, quello che per inseguire una qualche distorta forma di grandezza, si perde in una poetica snob e del tutto inconcludente, cascando in una melodia distorta, inutilmente complessa e certamente sgraziata. Un mood che si esplicita in altre quattro (quattro!) versioni di Verrà l’estate (Classica, Orchestrale, Sintetica e, qualsiasi cosa voglia dire, Algoritmica). Tutto tempo perso. L’EP si chiude con una versione live di Odio l’estate di Bruno Martino che suona come una videochiamata su WhatsApp in un posto dove non prende bene, una roba semplicemente non degna di pubblicazione. Cosa ci dice di Morgan questo EP? Quello che sapevamo già: enormi potenzialità affogate in un ego smisurato che vive fuori dalla realtà delle cose. Una realtà che sente la mancanza di Morgan, sicuramente, perché Dio solo sa quanto la musica italiana ha bisogno di bravi musicisti, specie quando, come lui, godono di una popolarità mainstream. Ma questo Morgan qui, spiace, non manca per niente.