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28 Settembre 2025 - 15:25 Gabriele Fazio

The Zen Circus – Il male

Rifugiarsi in un disco degli Zen Circus è sempre una buona idea, più in generale gli Zen Circus sono una buona idea del destino, che ce li ha donati e noi ce li godiamo. Ci godiamo soprattutto la loro straordinaria capacità di mettere al mondo brani consolatori, pacche sulle spalle per non farti sentire isolato nei tuoi pensieri, in questa insopportabile e sana abitudine di farsi toccare dalle cose del mondo. Attraversare questa selva di emozioni illuminati dalla penna di Appino, certamente tra le migliori e più strutturare di tutto il cantautorato italiano, è una fortuna. Soprattutto perché, a differenza della stragrande maggioranza della musica contemporanea, quella da classifica, non si tratta di canzoni che vogliono distrarti dalla realtà fornendoti una visuale distorta, fasulla, plastificata. No, gli Zen Circus vanno dritti per dritti al nocciolo della questione, Il male appunto, un elemento che non è possibile dribblare, al limite, e qui entra in gioco la poetica altissima e accessibilissima di Appino, possiamo imparare a conviverci e trovarlo, perché no, perfino intrigante. Undici tracce, dunque, tutte già pronte per esplodere in versione live, per approcciarlo, per accettarlo, per farcene una ragione, attraverso un disco che va sorseggiato e gustato in ogni singolo spigolo, un disco profondamente umano, che la necessità espressiva che emana rende incandescente, forte del rock melodico classico della band toscana. Un album che vi farà accorgere, e non è la prima volta che capita con la music degli Zen Circus, quanta poesia, nonostante tutto, esiste nella nostra vita. Meglio di niente, Caronte, Adesso e qui e La fine mettono proprio KO.