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05 Ottobre 2025 - 10:09 Gabriele Fazio

Sarah Toscano – Met Gala

Contestualizzare questo Met Gala è d’obbligo. Si tratta di intrattenimento per minorenni, se si prova a tirare questo disco per le orecchie dalla nostra parte della cronologia allora si rischia di bocciarlo senza nemmeno soffermarsi. E sarebbe un peccato, perché è doveroso riconoscere il lavoro svolto, l’efficacia generale di quello che comunque, occorre ammetterlo, suona come un pastone pop piuttosto insapore. Che poi è il problema di Amarcord, il brano portato all’ultima edizione di Sanremo, confuso e sparito in quel marasma da Festivalbar architettato da Carlo Conti e che otto mesi dopo viene finalmente collocato in un disco. I due brani che chiudono Met Gala, per dire, Caos e Match Point, noi li abbiamo trovati piuttosto validi, vividi, colorati, pensati con un impulso diverso al resto dell’album, che purtroppo pecca di un certo anonimato. Forse l’errore più grave del disco è quello di essere composto da dieci pezzi e tutte e dieci sono tentate hit, il che rende tutto poco credibile, ma anche piatto, anche noioso, uno di quei prodottini mangia e fuggi dei quali una volta fatti più grandicelli ci si ricorda con un moto di affetto, come a dirsi «Che teneri ad ascoltare quella roba e considerarla musica!». Soprassedendo, naturalmente, sui testi da teen drama, dato che Sarah Toscano è una teeneger e ai teeneger parla, quindi può anche starci. La domanda vera è: Met Gala fa quello che deve fare? Quindi intrattenere minorenni per un breve lasso di tempo? Si, lo fa. Non capiamo quale sia il vantaggio nel lanciarsi senza paracadute tra le fauci del mercato, lasciandosi divorare e sputare via fino alla prossima ragazzetta aspirante popstar sfornata da un talent, dato che storie diverse hanno avuto quasi sempre lo stesso finale, ma tant’è.