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Che meraviglia Carmen Consoli, delude un po’ Renato Zero. Ottimi i brani di Mannoia, Emma, Venerus e Nayt – Le nostre recensioni

05 Ottobre 2025 - 10:09 Gabriele Fazio

Renato Zero – L’orazero

Una poetica corretta, lucida, diretta, ma decisamente ageé, condizionata da una retorica che forse andava bene anni fa, quando una certa vulnerabilità serviva qualcuno che la rappresentasse, ma che oggi suona del tutto prescindibile, fino a risultare quasi sempliciotta, troppo poco complessa, ricercata, sicuramente ben poco emozionante. Ma questo rientra nello stile popolare di Zero, del suo modo di arrivare al cuore di tanti sorcini là fuori, che naturalmente, non ci sarebbe nemmeno bisogno di specificarlo, ha toccato talvolta vette altissime, ma non si può di certo dire che sia questo il caso, non troviamo infatti in questi 19 brani nessun momento memorabile, degno delle suddette vette. Apprezzabile, è chiaro, l’impulso, evidente, di Renato Zero, di combattere con la sua musica i mali che, come artista e come uomo, gli premono. I messaggi per i giovani, l’importanza della musica, la perdita di certi valori, la centralità dell’amore. Ok, va bene tutto, ci mancherebbe, ma sono temi che urge riuscire ad indagare con uno spunto molto forte, molto pungente, altrimenti si rischia solo di fare la parte dello zio che incontri per caso per strada e ti riempie di banalità e non vedi l’ora ti scarceri da un inutile chiacchiericcio. Ecco, queste 19 (diciannove!) canzoni le abbiamo percepite come un lungo, lunghissimo, chiacchiericcio. In tutta onestà, non vedevamo l’ora che finissero.