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Perché lo studio No Vax non dimostra rischi dei vaccini sul sistema nervoso centrale

26 Novembre 2025 - 15:24 Juanne Pili
Perché gli studi retrospettivi basati sul VAERS non possono dimostrare una pericolosa incidenza di gravi eventi avversi dei vaccini Covid

Circolano diverse condivisioni Facebook di una clip basata su uno studio che tra i suoi autori conta almeno tre noti autori No vax: James Thorp, Nicolas Hulscher e Peter McCullough. Anche stavolta il tema sono i vaccini contro il nuovo Coronavirus e il loro presunto collegamento con gravi «implicazioni per il Sistema nervoso centrale» (SNC). Come intuibile già dal titolo del video che esalta i risultati del paper, i ricercatori arrivano alle loro conclusioni «utilizzando dati VAERS», ovvero mere segnalazioni di presunti eventi avversi dei vaccini, la cui causalità non si verifica mai.

Per chi ha fretta:

  • Lo studio sugli eventi avversi dei vaccini a danno del SNC è una ricerca retrospettiva che usa dati VAERS.
  • Gli stessi autori ammettono che tali dati non dimostrano un collegamento causale.
  • Il confronto statistico con le segnalazioni riguardanti altri vaccini è fuorviante anche perché non tiene conto della potenziale sovra-segnalazione.

Analisi

Le condivisioni riguardo i presunti eventi avversi dei vaccini riportano la seguente didascalia:

GRAVISSIMO! Nuovissimo studio sottoposto a revisione paritaria, dott. Peter McCullough e dott. Nicolas Hulscher: “Utilizzando i dati VAERS… Ecco alcune delle condizioni che abbiamo riscontrato essere molto più probabili da segnalare dopo la vaccinazione contro il COVID-19 rispetto all’influenza o ad altri vaccini: Meningite da herpes zoster oltre 1.200 volte più probabile; Meningoencefalite da herpes zoster 339 volte più probabile; Malattia neurologica da herpes zoster 680 volte più probabile; Malattia di Creutzfeldt-Jakob (CJD) 847 volte più probabile… L’attività prionogenica può anche contribuire alla formazione di anomali coaguli intravascolari fibrosi bianchi segnalati post-mortem. I nostri dati si uniscono al lavoro di altri per concludere con CERTEZZA che i vaccini contro il COVID-19 e i relativi richiami non sono sicuri per l’uso umano e dovrebbero essere ritirati urgentemente dal mercato”! Dott. James Thorp: le iniezioni di mRNA sono collegate a 86 gravi disturbi neuropsichiatrici, tra cui demenza, schizofrenia, pensieri suicidi e omicidi, ictus, psicosi, depressione, deterioramento cognitivo, deliri e altro!

Perché gli eventi avversi dei vaccini non si studiano così

Effettivamente lo studio sui presunti eventi avversi dei vaccini a livello del Sistema nervoso centrale, è di tipo retrospettivo, ovvero, raccoglie dati clinici dopo che i pazienti hanno ricevuto un certo trattamento – spesso si esaminano le cartelle cliniche – per rispondere a quesiti relativi alla terapia di routine o al gold standard. Uno dei principali limiti di questo genere di ricerche è l’impossibilità di controllare le variabili a posteriori. Qui i dati sono presi persino da segnalazioni non verificate. Infatti il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) non può essere usato per stabilire associazioni causali. Mentre le mere correlazioni temporali sono tanto innegabili quanto spurie. Lo riportano gli stessi autori:

«I limiti di questo studio sono quelli intrinseci del database VAERS del CDC/FDA. Poiché VAERS è un sistema di segnalazione passivo, è soggetto a sottostima, tassi di segnalazione differenziali e qualità dei dati variabile».

In realtà c’è anche il problema della sovrastima, come spiega in una intervista per il sito della Johns Hopkins University, Kawsar Talaat, MD, professore associato in Salute internazionale e co-direttore della ricerca clinica per l’Institute for Vaccine Safety americano (il grassetto è nostro):

«Dall’emergere dei vaccini COVID-19 [il VAERS, Nda] ha guadagnato una notorietà più dubbia. I gruppi marginali No vax hanno tentato di far girare storie false […], incrementando la disinformazione sulla sicurezza delle vaccinazioni COVID-19. […] Il vaccino COVID in particolare è dove VAERS è diventato così abusato – spiega Talaat -. L’ottanta per cento delle persone in questo paese ha ricevuto almeno una dose. Beh, negli ultimi due anni sono successe molte cose all’80% delle persone che non sono correlate al vaccino».

È noto per esempio il fenomeno del notoriety bias, come riportano gli autori di uno studio pubblicato su Infectious Diseases and Therapy nel dicembre 2022:

«Il numero di segnalazioni spontanee di eventi avversi (AE) a seguito della vaccinazione contro il COVID-19 è aumentato rapidamente a causa dell’intervento dei mass media o della comunicazione scientifica. Considerando il tasso di segnalazione differenziale – spiegano i ricercatori -, il confronto tra i vaccini contro il COVID-19 e altri vaccini potrebbe dare origine a percezioni distorte e a squilibri nell’analisi di sproporzionalità».

Torniamo allo studio di Hulscher, McCullough et al. Tutte le parti da noi evidenziate in grassetto sono esattamente i punti critici della ricerca in oggetto. Gli autori, già noti per i bias No vax, utilizzano i dati di segnalazione di eventi avversi per calcolare la frequenza relativa di specifiche infezioni del SNC dopo il vaccino COVID e li confrontano con la frequenza osservata dopo i vaccini antinfluenzali e tutti gli altri vaccini non-COVID.

Identificano dunque un aumento statistico nelle segnalazioni di eventi avversi del SNC dopo i vaccini COVID-19 rispetto ad altri vaccini, che con uno studio retrospettivo basato su dati VAERS, che già può spiegarsi coi noti limiti che questo genere di metodo comportano, i quali sono spesso abusati dalla propaganda No vax.

Conclusioni

Abbiamo visto che per come è stato condotto, lo studio in oggetto non può dimostrare un pericolo di incorrere in gravi eventi avversi dei vaccini Covid a danno del SNC. Gli stessi autori ammettono in parte questi limiti, non considerando anche l’effetto del notoriety bias, che implica una “sovra-segnalazione” dovuta alla particolare attenzione mediatica dei nuovi vaccini.

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