Quelli a mRNA non sono vaccini? Le bufale del dottor Sullivan al Senato americano

Analizziamo le affermazioni del dottor Robert Sullivan riportate in una clip, apprezzata dalle narrazioni No vax, ampiamente condivisa su Facebook. Il medico si definisce un danneggiato da quelli che «non sono vaccini», secondo la sintesi delle sue dichiarazioni diffusa in Rete. Parliamo dei vaccini a mRNA contro la Covid-19. Il medico pronuncia le sue opinioni nel contesto istituzionale di una commissione del Senato americano. Questo dà un’immagine di autorevolezza alle sue affermazioni, le quali non di meno, continuano a essere delle vecchie bufale già smentite dalla comunità scientifica e dal buonsenso di chi si ricorda cosa succedeva nelle terapie intensive prima che fossero disponibili le prime dosi di vaccino.
Per chi ha fretta:
- Secondo quanto afferma il dottor Sullivan al Senato i vaccini a mRNA non sono vaccini.
- Tuttavia il medico fa una mera elencazione di affermazioni No vax prive di fondamento.
- Le principali tesi su nanoparticelle lipidiche, proteine Spike e precedenti esperimenti sul guadagno di funzione sono state già smentite dalla letteratura scientifica.
Analisi
Riportiamo di seguito una sintesi delle affermazioni di Sullivan secondo il quale le dosi prodotte con tecnologia a mRNA non sono vaccini. Potete ascoltare il discorso in lingua originale con relativa trascrizione in italiano qui. Nella clip appaiono le seguenti didascalie:
La tecnologia a mRNA non è un vaccino.
Sotto giuramento davanti alla commissione senatoriale, il dottor Robert Sullivan afferma:
“La tecnologia a mRNA non è un vaccino, ma una piattaforma sperimentale per la modificazione genetica … e la proteina Spike è una sostanza tossica che provoca gravi danni alla salute … lo sanno dal 2015”.

Non sono vaccini, ma una piattaforma sperimentale per la modificazione genetica?
Nelle sue affermazioni Sullivan sostiene di essere stato personalmente danneggiato da quella che preferisce definire una «terapia a mRNA», anche se non afferma precisamente «la tecnologia a mRNA non è un vaccino», la sintesi attribuitagli secondo cui se fatti in quel modo non sono vaccini, è calzante. Il medico anestesista americano discute nel suo intervento dei presunti rischi associati. Fa riferimento in particolare a fantomatici problemi con le nanoparticelle lipidiche e dovuti alla sintesi dell’mRNA alla base dei vaccini Covid. Parla di effetti che persisterebbero a lungo in diversi pazienti.
Non potevano mancare i riferimenti alla proteina Spike e alla sua presunta tossicità. Attribuisce all’antigene problemi autoimmuni e crescita cellulare anomala. Si parla anche degli esperimenti in merito al «guadagno di funzione» avvenuti a Wuhan, suggerendo che i ricercatori fossero a conoscenza della pericolosità della proteina Spike e degli effetti vascolari polmonari, che sarebbero simili a quelli osservati oggi.
La testimonianza resa dal medico anestesista Robert Sullivan riguarda una audizione del 15 luglio scorso, tenutasi presso la United States Senate Committee on Homeland Security and Governmental Affairs. Più precisamente nell’ambito del sottocomitato Voices of the Vaccine Injured, del Senato americano. Analizziamo ora le tre principali narrazioni relative alla clip in oggetto.
Problemi con le nanoparticelle lipidiche
Non sarebbero vaccini perché le nanoparticelle lipidiche necessarie a veicolare l’mRNA sarebbero collegate a gravi eventi avversi? Sono stati fatti ripetuti tentativi da parte degli autori No vax per sostenere che le particelle lipidiche utilizzate per i vaccini a mRNA fossero collegate a problemi che sarebbero stati ignorati dai ricercatori. Trovate diverse analisi precedenti qui, qui, qui, qui e qui. Non sono mai emersi rischi rilevanti, tali da giustificare un ritiro dei vaccini Covid.
Riferimenti alla proteina Spike e alla sua presunta tossicità
Non sarebbero vaccini perché le proteine Spike indotte dalle dosi sarebbero tossiche? Anche in questo caso abbiamo analizzato copiosi tentativi di sostenere questa narrazione, senza che fossero mai emerse reali evidenze. Trovate diversi articoli precedenti, per esempio qui, qui, qui, qui e qui. Tanto per citare le principali narrazioni circolanti, l’idea che la Spike sia tossica e collegata a pericolosi eventi avversi non trova fondamento; non esistono prove nemmeno della possibilità che tale proteina possa venire trasmessa mediante i fluidi corporei; né la sua permanenza nel cervello.
Esperimenti di guadagno di funzione avvenuti a Wuhan
Non sono vaccini perché nei precedenti esperimenti di guadagno di funzione i ricercatori erano a conoscenza della pericolosità della proteina Spike? Tutto questo non ha molto senso, anche perché tale proteina serve a SARS-CoV-2 per infettare le cellule, dunque rende il patogeno pericoloso. Da sola invece è un antigene che può solo attirare l’attenzione del sistema immunitario, prevenendo reali infezioni. È il principio alla base dei vaccini.
Come avevamo spiegato qui e qui, il guadagno di funzione (Gain of Function o GoF) riguarda le tecniche utili a modificare geneticamente un patogeno per fornirgli nuove capacità. I sostenitori della teoria del Coronavirus ingegnerizzato citano spesso come prova un servizio di TGR Leonardo del 2015 che parlava di un virus “chimerico”.
La questione del finanziamento da parte della Sanità americana di ricerche sulla GoF è stata al centro di un acceso scontro in un’audizione al Congresso degli Stati Uniti nel luglio 2021, dove il senatore repubblicano Rand Paul ha accusato il direttore del NIAID, Anthony Fauci, di aver mentito, negando che avesse finanziato tali esperimenti nel laboratorio di Wuhan. Fauci ha prontamente ribattuto a Paul: «Lei non sa di cosa sta parlando».
Paul faceva riferimento anche a uno studio del 2017 condotto nell’Istituto di virologia di Wuhan, finanziato dal NIH, in cui i ricercatori trovarono un Coronavirus da un pipistrello e ricavarono diverse versioni con varie combinazioni di proteine Spike. Lo scopo era vedere come i Coronavirus avrebbero potuto evolversi. Tuttavia, Robert Kessler di EcoHealth Alliance, un’organizzazione finanziata dal NIH che subappaltò il lavoro di campionamento a Wuhan, ha chiarito che il NIH non finanziò il lavoro di guadagno di funzione. Kessler ha specificato che i ricercatori non manipolarono i virus per aumentarne la capacità di diffusione o per causare malattie più gravi; si limitarono a inserire proteine Spike per valutare la capacità di infettare le cellule umane. Sia Ralph Baric che il NIH hanno smentito la narrazione del senatore Paul. Dunque citare questi esperimenti sul guadagno di funzione è fuorviante fin dalle premesse.
Conclusioni
L’idea che i farmaci basati sulla tecnologia a mRNA non sono vaccini non trova alcun fondamento. Quelle del dottor Sullivan restano delle congetture. Per altro si tratta di narrazioni No vax già smentite in precedenza. Ripeterle in una aula istituzionale come il Senato americano, non le trasforma in evidenze scientifiche.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Meta per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Meta.
