Entra in vigore l’accordo commerciale tra Ue e Giappone: ecco cosa prevede

L’intesa economica porterà a un taglio dei dazi per un miliardo di euro. Vantaggi per il settore agroalimentare, delusa Coldiretti: «Favorisce il falso Made in Italy»

L’Europa si avvicina all’Asia. Entra in vigore l’accordo commerciale tra l’Ue e il Giappone. L’intesa di libero scambio porterà molti benefici soprattutto al settore agroalimentare italiano. Avviati nel 2013, i negoziati hanno portato alla firma di un accordo nel 17 luglio del 2018. Dopo l’approvazione dalle due camere della Dieta nazionale giapponese, è stato ratificato dal Parlamento europeo il 12 dicembre.


«Esprimo un encomio al Parlamento europeo per il voto di oggi, che rafforza il messaggio inequivocabile dell’Europa: insieme ai nostri partner cui siamo legati da una stretta amicizia, come il Giappone, continueremo a difendere un commercio aperto, vantaggioso per tutti e fondato su regole», aveva detto Jean-Claude Juncker in occasione dell’approvazione finale.


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ANSA |Donald Tusk, Shinzo Abe e Jean-Claude Juncker

Cosa prevede il trattato

Il partenariato economico Ue-Giappone è una buona notizia per le tante imprese europee che esportano in Asia. L’eliminazione della maggior parte dei dazi, per un valore di 1 miliardo di euro, permetterà di superare una serie di ostacoli normativi, specialmente per quanto riguarda il mercato delle automobili.

In particolare, saranno tagliati i dazi su molti formaggi come il Gouda e il Cheddar (al momento tassati al 30%). Anche le esportazioni di vini (a cui viene applicato una tassazione del 15%), beneficeranno da questo accordo commerciale.

Tra gli altri prodotti che dovrebbero vedere un aumento delle esportazioni anche carni bovine come la famosa carne di Kobe e prodotti a base di carni suine. L’accordo garantirà inoltre la protezione, in Giappone, di oltre 200 indicazioni geografiche, di specialità culinarie tradizionali europee.

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Ma non è solo il settore alimentare europeo a trarre dei vantaggi. Tasse eliminate anche per diversi settori industriali: cosmetici, sostanze chimiche, abbigliamento e articoli tessili. Sul piano dei servizi, saranno aperti i mercati in particolare nel settore finanziario, il commercio elettronico, le telecomunicazioni e i trasporti.

Il Giappone garantirà inoltre l’accesso agli appalti di 54 città giapponesi, eliminando gli ostacoli finora incontrati, favorendo un settore importante come quello ferroviario. Entrambi i partner garantiranno decenti condizioni di lavoro e il rispetto dei diritti fondamentali.

Spazio anche all’ambiente. L’Ue e il Giappone gettano le basi per un approccio rigoroso in materia di sviluppo sostenibile. Inoltre, il testo prevede, per la prima volta, un impegno specifico per l’attuazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

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ANSA

Ma l’accordo non soddisfa tutti. Secondo la Coldiretti questa rinnovata cooperazione darebbe il via libera al falso Made in Italy in Giappone: «Dal Grana al Parmesan, dall’Amarone al Greco di Tufo fino a molte altre imitazioni dei prodotti nazionali più tipici che potranno essere liberamente prodotte e commercializzate in Giappone», denuncia l’associazione.

Più ottimista invece il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «L’intesa con il Giappone offre importanti opportunità di crescita per le esportazioni agroalimentari degli Stati membri, grazie alla soppressione dei dazi sull’85% dei prodotti destinati al mercato nipponico».

«Con la crisi del sistema multilaterale», continua Giansanti, «non c’è altra strada che quella degli accordi commerciali basati sugli standard europei in materia di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e protezione delle risorse naturali».

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