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Salvini frena la Lega sul tema aborto: «La 194 non si tocca»

27 Marzo 2019 - 09:24 OPEN
Sì al congresso della famiglia a Verona e sì alla legge Pillon, ma no a rivedere le normative sull'aborto. Stavolta il titolare del Viminale tira il freno alla proposta di legge che riconosce "personalità giuridica" al feto

Il vicepremier leghista Matteo Salvini è intervenuto per frenare il suo partito dalla deriva antiabortista. In occasione della riapertura del dibattito in vista del Congresso delle Famiglie di Verona, il ministro dell’Interno ha preso le distanze dalla proposta di legge avanzata dal deputato della Lega Alberto Stefani lo scorso ottobre.

La proposta, che mira a disincentivare l’aborto, punta a promuovere azioni alternative alla pratica concessa dalla legge 194 del 1978 – legge che ha regolamentato e disciplinato l’interruzione volontaria della gravidanza. Tra le proposte di Stefani c’è l’adozione del bambino già durante la gestazione e il riconoscimento della “personalità giuridica” del nascituro.

La Lega e l’antiabortismo

Salvini ha stoppato il testo del deputato leghista, chiarendo che si tratta di «polemiche inesistenti. Noi tuteliamo le famiglie italiane. Ma divorzio, aborto, parità di diritti tra donne e uomini, libertà di scelta per tutti non sono in discussione».

Stefani non è l’unico pro-life che la Lega conta nelle sue schiere. Il ministro della FamigliaLorenzo Fontana è noto per le sue posizioni conservatrici in tema di sessualità. Oltre ad aver detto più volte che «nel dubbio, un figlio è sempre meglio farlo», è uno dei promotori maggiori del Congresso di Verona. Tanto che a frenare il suo appoggio governativo all’evento è dovuto intervenire anche il premier Giuseppe Conte, intimandolo di togliere il logo della presidenza del consiglio dal sito dal sito, perché «il governo non ha mai dato il patrocinio».

Un’altra nota personalitàantiabortista (e non solo) è il senatore Simone Pillon. Oltre alle sue posizioni che apertamente contrastano la libertà di scelta della donna in tema di maternità, il leghista e mediatore famigliare intende rivedere gli equilibri di coppia e gli affidamenti condivisi con il suo ddl.

Recentemente, Pillon ha anche presentato una proposta attraverso la quale si propone di inasprire le peneper chi si rivolge a madri surrogate, anche all’estero. Carcere e multe fino a un milione di euro per «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità».

Il Movimento 5 Stelle fa muro per la 194

A difendere il diritto all’aborto è intervenuto anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ha definito la legge 194 «una conquista del nostro paese». «Mi guarderei bene dall’intervenire», ha detto in mattinata, aggiungendo che il convegno di Verona resta per lui «Medioevo».

Anche il vicepremier e leader del Movimento ha più volte espressouna posizione chiara a favore della tutela dell’autodeterminazione femminile. Recentemente ha definitola discussione sulla 194 «un falso problema». «Inutile discutere su queste cose – dice – è evidente che parliamo di una legge indiscutibile».

Le donne Pd: «nel Paese c’è un clima preoccupante»

Il 26 marzo, le deputate dem Alessia Morani,Stefania Pezzopane, Alessia Rotta, Chiara Gribaudo e Giuditta Pini hanno contestato la proposta di Stefani, lanciando un appello trasversale al parlamento: «Abbiamo appreso della presentazione di questo ddl firmato da una 50ina di deputate e deputati della Lega e a prima firma Stefani», hanno spiegato.«Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione rispetto a un clima nel paese per i provvedimenti che vengono dal principale partito di governo, la Lega di Matteo Salvini»

Monica Cirinnà, che recentemente è stata al centro di diverse polemiche, è intervenuta con un ordine del giorno sulla 194 insieme alla deputata Francesca Puglisi: «Difendere e impedire ogni arretramento sulla 194, combattere la violenza di genere, promuovere attivamente la parità tra uomo e donna, difendere le fondamentali conquiste sul piano dei diritti civili e della libertà femminile».

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