La casa editrice Altaforte ha deciso di procedere contro il Salone del Libro per risarcimento danni dopo l’esclusione dalla manifestazione di Torino.
Altaforte è vicina al partito di estrema destra CasaPound ed è diventata famosa dopo aver pubblicato il libro Io sono Matteo Salvini, intervista allo specchio: la sua partecipazione al festival letterario era stata accolta da critiche e annunci di forfait. Dopo le polemiche, e la presa di posizione della Città di Torino e della Regione Piemonte, il permesso per lo stand è stato ritirato.
Secondo Altaforte, l’esclusione ha provocato una «grave lesione all’immagine culturale e commerciale della casa editrice», si legge in una nota riportata dall’Agi.
Lesione all’immagine che, dice ancora il comunicato, sarebbe stata provocata «dalla illegittima decisione di estromettere Altaforte edizioni dalla partecipazione al Salone del Libro 2019, dopo che ne erano stati accettati la domanda di partecipazione ed il pagamento del canone richiesto».
La vicenda, si legge ancora nella nota, «ha determinato una evidenza mediatica fortemente negativa nei confronti della casa editrice, del suo crescente ruolo nell’ambito dell’editoria non omologata, della sua produzione e degli stessi autori dei libri pubblicati».
«È una richiesta assurda, abbiamo pagato lo stand e siamo giustamente al Salone del Libro. Se dovessero rescindere il contratto, faremo causa», aveva risposto allora dalla casa editrice Francesco Polacchi, esponente del partito di estrema destra CasaPound e indagato per apologia di fascismo per essersi dichiarato, appunto, fascista.
Le dichiarazioni dell’editore Polacchi
«C’è stata un’ingiustizia che non poteva passare inosservata perché ha creato un precedente enorme. In seconda battuta abbiamo ricevuto un danno economico. Questo è un libro che poteva sbancare, ma il danno c’è stato, soprattutto a causa della censura». Lo dice all’Adnkronos l’editore di Altaforte Francesco Polacchi, che ha spiegato il motivo della richiesta di risarcimento danni al Salone del Libro.
In copertina Francesco Polacchi, editore Altaforte. Ansa/Alessandro Di Marco
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