Emergenza rifiuti a Roma, tocca al Comune o alla Regione? Chi potrebbe soccorrere la Capitale invasa dalla monnezza

Negli ultimi giorni la sindaca Virginia Raggi ha accusato la regione (e il governatore Nicola Zingaretti) di ritardare lo smaltimento di rifiuti della Capitale

L’ultimo scontro tra la sindaca di Roma Virginia Raggi e il governatore della Regione Lazio, nonché segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, ha visto entrambi accusarsi a vicenda per l’emergenza rifiuti che affligge la capitale. Una crisi che ha portato anche a momenti di tensione, con l’assalto di alcuni attivisti in una struttura dell’Ama, l’azienda municipalizzata per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti urbani.


Come risposta l’Ama ha promesso di uscire dall’emergenza entro Natale, citando problemi finanziari e la carenza di risorse. Raggi invece ha puntato il dito contro la Regione, sostenendo che gli impianti di smaltimento non siano stati attivati in base agli accordi prestabiliti, provocando la paralisi del sistema. Il 5 luglio Zingaretti ha firmato un’ordinanza della Regione per tamponare la crisi che impone, tra le varie cose, a tutti gli impianti del Lazio di utilizzare immediatamente al massimo delle capacità le loro strutture.


Competenze territoriali

Ma quali sono le competenze di Regione e Comune? Ha ragione Virginia Raggi – al di là della gaffe sull’impianto di Aprilia – nell’additare la Regione come ente responsabile per gli impianti di smaltimento?

In realtà, le competenze della Regione – secondo l’art. 196 del Codice dell’Ambiente – riguardano due cose in particolare: sviluppare un piano regionale per la gestione dei rifiuti e la regolamentazione di questa attività, compresa la raccolta differenziata dei rifiuti urbani.

Competenza e dovere del Comune invece sviluppare progetti da presentare alla Regione per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, sempre all’interno delle attività svolte a livello degli Ambiti Territoriali Ottimali – definiti dalle Regioni – concorrendo alla gestione dei rifiuti.

Legambiente: «La diatriba è folle»

Il problema, secondo il Presidente di Legambiente Lazio, è che negli ultimi anni sono mancati i progetti. «La diatriba è folle – spiega Roberto Scacchi.- perché non ci sono piani che sono stati presentati [dal Comune ndr]. Oggi come oggi il Comune di Roma non ha presentato nessun progetto per nessun impianto nella Valutazione d’Impatto Ambientale. Questo vuol dire che siamo all’anno zero, siamo fermi».

«Gli unici due impianti presentati – continua Scacchi.- erano quelli di compostaggio vicino Cesano, presentati quasi due anni fa dal Comune di Roma il cui iter è completamente fermo in regione perché l’Ama, che ha presentato questi due progetti, non è proprietaria della aree dove ha progettato».

A questo si sommano i problemi nella raccolta dei rifiuti: «Il sistema di raccolta è saltato completamente perché non ci sono punti di trasferimento. Insieme a questo deve essere alzata la quota di raccolta indifferenziata, perché non ci sono politiche – se non limitatissime – per la raccolta porta a porta.»

Il piano di Zingaretti è valido fino alla fine di settembre 2019 mentre l’Ama promette di uscire dalla crisi entro natale, ma Scacchi è meno ottimista: «Siamo in un’emergenza vera, ogni sei mesi i rifiuti sono sempre di più che nel periodo precedente. Non si tratta di una situazione che si risolve facilmente».

Leggi anche: