Salvini tira dritto: «Via al censimento dei rom»

Già lunedì prossimo, 15 luglio, il ministro degli Interni scriverà a tutti i prefetti «per avere un quadro dettagliato e aggiornato in tempo reale delle presenze rom nei campi abusivi»

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini sembra essere deciso a tirare dritto su un tema centrale delle sue campagne elettorali: quello dei campi rom. Mesi fa aveva annunciato fra le polemiche l’idea di un censimento della popolazione dei campi, scatenando le ire di chi considerava incostituzionale una catalogazione dei cittadini per etnia.


«Dopo l’ennesimo episodio di violenza, l’ultimo si è verificato ieri con un incendio doloso in zona ospedale a Lamezia Terme, lunedì scriverò a tutti i prefetti per avere un quadro dettagliato e aggiornato in tempo reale delle presenze rom nei campi abusivi o teoricamente ‘regolari’ per procedere – aggiunto – come da programma, a chiusure, sgomberi, allontanamento e ripristino della legalità», ha detto Salvini.


La proposta era stata avanzata nel giugno del 2018, quando il governo Conte aveva poche settimane di vita. Il vicepremier leghista aveva chiosato la proposta con un lapidario e criticatissimo: «Purtroppo quelli italiani ce li dobbiamo tenere». L’iniziativa era stata uno dei primi terreni di frizione fra Movimento 5 Stelle e Lega.

Luigi Di Maio aveva accolto con entusiasmo a un parziale dietrofront del Viminale: «Mi fa piacere che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di schedatura e censimento degli immigrati – aveva detto il ministro del Lavoro – perché se una cosa è incostituzionale non si può fare”.

Soltanto pochi giorni fa, il 19 giugno, il ministro dell’Interno era tornato però con toni accesi sul tema rom, commentando su Twitter un articolo de Il Giornale che riportava la scarcerazione di una donna di etnia rom, perché incinta, accusata di aver derubato un’invalida.

Salvini aveva twittato: «Questa maledetta ladra in carcere per trent’anni, messa in condizione di non avere più figli, e i suoi poveri bimbi dati in adozione a famiglie perbene. Punto».

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