Piantare i pioppi per assorbire le sostanze inquinanti: lo studio del Sant’Anna di Pisa

Gli alberi continuano a dimostrarsi potenziali alleati nell’assorbire inquinanti, ftalati compresi

Una recente ricerca condotta dal team capitanato da Francesca Vannucchi del Sant’Anna di Pisa ha messo in evidenza le capacità di una specie di pioppi nel assorbire dei composti inquinanti presenti in alcuni tipi di plastiche: gli ftalati.


Lo studio è stato pubblicato su Environmental Science and Pollution Research. Si tratta di una scoperta che, se confermata in esperimenti successivi, potrebbe rappresentare un passo avanti nel comprendere in che modo i tessuti vegetali sarebbero in grado di aiutarci nel trattare le sostanze inquinanti.


Gli alberi «mangia plastica»?

Alla base della ricerca ci sono i pioppi della specie Populus alba Villafranca. Stando ai risultati ottenuti, le radici di questi alberi sarebbero in grado di assorbire e immagazzinare gli ftalati, composti chimici che non si trovano direttamente nella plastica ma nell’acqua contaminata.

Se da un lato ci sarebbe una conferma della capacità di questi pioppi di tollerare le sostanze inquinanti, dall’altro non è ancora ben chiaro come queste vengano “digerite” dai tessuti vegetali, ovvero smaltite e riutilizzate dalla pianta stessa. 

Sostenere quindi che i pioppi possano essere impiegati in qualche modo nel trattamento delle nostre plastiche sarebbe piuttosto azzardato. Per questo problema si stanno studiando altre soluzioni.

Si sta lavorando per esempio al modo stesso in cui vengono prodotte, rendendole più facilmente riciclabili, oppure dandole in pasto a colture batteriche appositamente bioingegnerizzate.

Siamo al sicuro anche senza i pioppi

Chi riporta la notizia nelle testate nostrane spiega che gli ftalati sono pericolosi composti chimici presenti negli imballaggi e in alcuni prodotti cosmetici.

Vero, ma queste sostanze sono state al centro di non poca disinformazione in passato. Oggi grazie ai controlli da parte degli istituti competenti e dei limiti fissati dall’Unione europea non siamo particolarmente minacciati dagli ftalati.

In un articolo di Butac che si occupava di una delle diverse bufale che circolavano sul tema, viene chiarito in un fact checking il fatto che dal 2015 quelli ritenuti più pericolosi sono stati già vietati nell’Unione europea, mentre gli altri sono presenti in quantità al di sotto della soglia di sicurezza.

Sulla presenza di particelle di plastica persino nel nostro cibo esiste invece uno studio commissionato dal Wwf non proprio rassicurante. Bisogna però specificare che non è ancora stato dimostrato come collegare queste particelle a determinati problemi di salute, come quelli al sistema endocrino e immunitario.

Foto di copertina: Pixabay/Pioppi, immagine di repertorio.

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