Voto in Austria: trionfo dei popolari di Kurz, i Verdi tornano in parlamento

Mancano solo i voti per corrispondenza da scrutinare: la Övp è primo partito con il 38,4%, crolla l’ultradestra

I popolari di Sebastian Kurz stravincono le elezioni politiche in Austria. Adesso tocca trovare uno o più partiti per formare la maggioranza. Tralasciando il voto per corrispondenza, ancora da scrutinare, la Övp vola 38,4%. In caduta libera la Fpö, partito di estrema destra, a quattro mesi dallo scandalo Ibizagate. Calano i socialdemocratici della Spö, che resta però seconda forza del Paese.


I risultati, pressoché definitivi, danno la Spö al 21,5%, in calo di circa 5 punti percentuali rispetto a due anni fa. Terzo partito, con quasi 10 punti di tracollo guardando al 2017, la Fpö, ferma al 17,3%. Dopo la debacle della scorsa tornata elettorale in cui rimasero fuori dal parlamento, i Verdi, con il 12,4%, conquistano un numero di seggi importante in vista delle coalizioni. Quinta forza politica i liberali di Neos, al 7,4%.


I due scenari

Sono i popolari a dover fare, adesso, la prima mossa per formare una maggioranza. Due le alternative: o una coalizione di larghe intese con i socialdemocratici, la soluzione prediletta in Austria dopo la Seconda guerra mondiale, oppure tentare un governo con Verdi e Neos. In entrambi i casi, Kurz dovrà rinunciare alla politica dura sull’immigrazione, caratteristica dello scorso governo.

«Eravamo convinti che avremmo incassato un bel risultato, ma un successo di questa portata non se lo aspettava nessuno. Si tratta di un grande voto di fiducia che noi rispetteremo. Faremo del nostro meglio per questo bellissimo paese», ha detto Sebastian Kurz dopo la diffusione delle prime proiezioni.

Il confronto con il 2017

Rispetto alle politiche del 2017, l’ultradestra della Fpö è in caduta libera e perde 10 punti (secondo gli ultimi dati arretra ancora al 16%). I popolari di Kurz guadagnano invece 6,9 punti (al 38,4%).

I socialdemocratici Spö , pur arrivando secondi, scendono al 21,5% (meno più di 5 punti rispetto al 2017). Tra i vincitori di questa tornata elettorale ci sono invece i Verdi, che dopo una legislatura fuori dal Parlamento tornano nel Nationalrat con il 12,4%, riconquistando quasi 10 punti. Anche i liberali Neos salgono di 2,1 punti (al 7,4%).

Il voto

Dopo che il governo di coalizione del premier di centrodestra Sebastian Kurz non aveva retto il colpo del cosiddetto Ibizagate, l’Austria è tornata alle urne domenica 29 settembre.

Heinz-Christian Strache, leader dell’estrema destra e allora alleato di governo di Kurz, era stato immortalato da un video mentre prometteva favori a quella che credeva essere la figlia di un potente uomo d’affari russo in cambio di sostegno alla sua campagna elettorale.

«Il nostro partito necessita di una ripartenza. Di certo non posso suggerire di continuare sulla strada del governo, non alla luce di questo risultato», ha detto il segretario generale del partito, annunciando così che Fpö siederà all’opposizione.

Kurz, dunque, dovrà cercare un alleanza con i Verdi o con Spö. Un’alleanza con i socialdemocratici, dati secondi, è stata la prassi per gran parte del dopoguerra e produrrebbe un governo più stabile. Molti austriaci associano però un’alleanza centrista con una paralisi politica e con il pericolo di scontri interni alla maggioranza.

La terza opzione è una coalizione con il partito dei Verdi e quello liberale NEOS, il cui leader faceva parte del Partito Popolare Austriaco di Kurz. Questa alleanza ha un tasso di approvazione relativamente alto (29%) – nonostante Kurz per allearsi con i verdi dovrebbe ammorbidire la sua linea su migranti, tasse e stato sociale – ma rimane politicamente poco ortodossa e soprannominata «dirndl», dal multicolore vestito tradizionale austriaco.

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