Avellino, si autosospende il segretario provinciale della Lega indagato in un’inchiesta di camorra

Si tratta di Sabino Morano, imprenditore di Avellino che risulta tra i 17 indagati. Nei suoi confronti si ipotizzerebbe lo scambio elettorale politico-mafioso

Sono 23 le persone finite in manette, tra Avellino, Mercogliano e Monteforte, nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli che ha inferto un duro colpo al nuovo clan Partenio, affiliato alla camorra. L’accusa è di associazione per delinquere di tipo mafioso, usura, estorsione e detenzione di armi. Per alcuni degli indagati c’è anche lo scambio elettorale politico-mafioso.


Scambio elettorale politico-mafioso

Tra questi c’è il segretario provinciale della Lega di Avellino che si è già autosospeso dal suo incarico. Si tratta di Sabino Morano, imprenditore di Avellino che risulta tra i 17 indagati a piede libero. Nel mese di agosto il politico era stato oggetto di intimidazioni attraverso l’incendio di alcune auto di sua proprietà parcheggiate sotto casa. Nei suoi confronti vennero disposte anche alcune misure di tutela personale.


Secondo la Dda di Napoli, invece, Morano e gli altri indagati sarebbero «ricollegabili, anche per interposta persona, al gruppo delinquenziale» oggetto dell’inchiesta.

L’inchiesta

Nel 2018, in alcune intercettazioni, Pasquale Galdieri (arrestato) avrebbe invitato amici e familiari a votare Morano – che si è «sempre messo a disposizione». A giugno 2018, invece, Damiano Genovese – figlio del boss Amedeo (ora all’ergastolo) – e Sabino Morano, secondo la Dda, sarebbero entrati nei dettagli delle dinamiche camorristiche del clan Genovese e della situazione politico-amministrativa ad Avellino.

«Ho vinto, stiamo al Comune» avrebbe detto Damiano Genovese nel corso di un colloquio col padre in carcere. E proprio nella stessa conversazione il giovane gli avrebbe portato i saluti di un sindaco irpino.

Foto in copertina: Sabino Morano | Facebook

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