Cile, dure proteste contro il carovita: 3 morti. Via al coprifuoco (come con Pinochet)

I primi a mobilitarsi sono stati gli studenti di Santiago che hanno bloccato le stazioni della metro

Tre persone hanno perso la vita nel corso dei disordini in Cile. Lo rende noto la Radio locale Bio Bio. Le morti sono avvenute durante un incendio scoppiato in un supermercato saccheggiato nel comune di San Bernardo. I vigili del fuoco hanno trovato due corpi carbonizzati, mentre un terzo è deceduto in ospedale. In diverse città del Paese, supermercati e negozi sono stati presi d’assalto, in un clima di caos per le manifestazioni iniziate a Santiago.


L’ultimo atto del governo che ha fatto scattare le proteste è stato l’aumento del costo del biglietto della metropolitana. Migliaia di persone hanno invaso per tre giorni le strade del Cile. Una manifestazione contro il carovita sfociata in guerriglia in cui è stato dato alle fiamme anche il palazzo dell’Enel a Santiago.


I primi a mobilitarsi sono stati gli studenti di Santiago che hanno bloccato le stazioni della metro. La mobilitazione ha fatto scattare lo stato di emergenza e le autorità ieri sera, 19 ottobre, hanno annunciato il coprifuoco nella capitale: gli abitanti non potranno uscire dalle 7 di sera fino alle 9 di mattina. L’ultima volta che era stata imposta una misura simile erano i tempi di Augusto Pinochet – il dittatore cileno che prese il potere l’11 settembre del 1973 con un colpo di Stato ai danni del presidente in carica Salvador Allende.

Il presidente Sebastian Pinera ha fatto un passo indietro, sospendendo le tariffe della metro. Per i cileni però l’aumento del prezzo del trasporto pubblico ha rappresentato soltanto l’ultimo di una serie di misure che hanno fatto lievitare il costo della vita.

Lo stato di emergenza può estendersi fino a 15 giorni e conferisce al governo poteri aggiuntivi per imporre limiti alla libertà di movimento e di assembramento.

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