Caso Gregoretti, Salvini cita Montanelli: «Orgoglioso di essere diverso». E chiede: «Mandatemi a processo»

Di figli, giornalisti e giornalismi, numeri e maggioranze di ieri e di oggi: ecco le parole del leader del Carroccio

Invoca più volte i figli. Parla con la maggioranza, ricordando a tutti che oggi è così, ma domani potrebbero esserci altre persone nella sua posizione. Cita Indro Montanelli: «Orgoglioso di essere diverso». «Ragazzi, combattete per quello che credete, magari perderete come me tante battaglie. Ma vincerete quella che si fa ogni mattina davanti allo specchio».


Matteo Salvini parla nell’aula di palazzo Madama – che oggi decide se dare o meno l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti – per ultimo. L’accusa, per lui, per il caso Gregoretti, è di sequestro di persona aggravato: il 25 luglio scorso, pochi giorni prima dell’esplosione della crisi di governo, l’allora ministro dell’Interno aveva deciso di bloccare fuori dal porto di Augusta la nave militare italiana Gregoretti che aveva tratto in salvo 131 migranti, tra i quali 15 minori non accompagnati.


Cosa succede ora

«Decisione collegiale di tutto il governo», replica nella sua memoria difensiva e ribadisce oggi insieme alla sua collega senatrice Giulia Bongiorno. Quel governo che, ricordano, era con quegli stessi 5 Stelle che oggi potrebbero votare invece per mandare a processo l’ex alleato.

Forza Italia e Fratelli d’Italia, con Bernini e Ciriani, hanno presentato un ordine del giorno che chiede di non dare l’autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega. Un ordine del giorno che è stato bocciato. La Lega non ha partecipato al voto, i suoi senatori sono usciti dall’aula.

OPEN/Angela Gennaro | L’intervento di Matteo Salvini

Le parole di Salvini

Il leader del Carroccio aveva già anticipato il contenuto del suo intervento pochi minuti prima ai giornalisti. «Strana quest’aula perché quello nervoso dovrei essere io, invece li vedo dall’altra parte i nervosi», chiosa riferendosi al vociare di altri senatori durante il suo intervento. «Mi fanno veramente pena quelli che ridono in questo momento».  

Ad ascoltarlo oggi c’è anche la sua alleata del fronte sovranista, Giorgia Meloni. Deputata, siede alla Camera, ma oggi la leader di Fratelli d’Italia è qui in tribuna. «Sono venuta ad ascoltare Salvini per esprimere solidarietà. Se passa il principio che un ministro non può fare il suo lavoro, è finita la democrazia. Oggi tutti si assumono la responsabilità di difendere o meno la democrazia».

Salvini, dal canto suo, non può che prendere atto: al netto di ribaltoni, il risultato del voto è già scritto. «Vada come vada, i numeri sono evidenti e c’è una maggioranza di Pd, Iv e M5s che ritiene che io debba essere processato», dice. E rilancia: «Facciamo decidere a un giudice, usciamo da quest’aula e facciamo decidere a lui. Ormai il re è nudo, potete andare avanti qualche mese o settimana ma in democrazia il giudizio lo dà il popolo». E lo sfogo: «Non ne posso più di passare per criminale, c’è un limite a tutto».

Il richiamo ai figli

I “suoi” si alzano in piedi e applaudono, quando il leader racconta dell’Sms ricevuto stamani dal figlio: «Forza papà». Dal Pd e dal M5S si rumoreggia. «Abbiamo ascoltato fino a ora le vostre mignottate. Ora basta, abbiate rispetto», urla – finemente – un senatore leghista.

OPEN/Angela Gennaro | Bagarre durante l’intervento di Matteo Salvini

Quello dei figli è un tema che ritorna. Il fil rouge di una narrazione. «Non cerco vendette, non voglio cancellare nessuno. Ricordo il titolo a tutta pagina ‘Cancellare Salvini‘. A mio figlio ho detto: “Nessuno vuole cancellare papà, è uno scherzo, sono giornalisti un po’ burloni”. Se quel titolo fosse stato scritto da Libero, Il Giornale o La Verità sarebbero arrivati i caschi blu a rimuovere quel direttore».

«Chi borbotta contro di me non ha ricevuto, come me, un messaggio oggi con scritto: ‘Forza papà!’», dice il leghista. «Allora lei taccia! Taccia per rispetto per mio figlio non per me. Portate rispetto a due ragazzi che vanno a scuola e non rispondono delle accuse al padre».

In copertina ANSA/Riccardo Antimiani | Il leader della Lega Matteo Salvini durante il dibattito sul caso Gregoretti nell’Aula di Palazzo Madama, Senato della Repubblica, Roma, 12 febbraio 2020.

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