Il piccolo comune di Nerola diventa un laboratorio sperimentale: test sui cittadini in zona rossa per la ricerca sul Coronavirus

L’obiettivo è capire perché la malattia “attecchisca” più nella cintura metropolitana che nella Capitale

A Nerola – comune della città metropolitana di Roma diventato nelle ultime 24 ore “zona rossa” dopo la rilevazione di un alto tasso di casi positivi al Coronavirus – sarà condotta dall’Istituto nazionale Malattie infettive Domenico Spallanzani una ricerca su un campione di duecento persone, con l’utilizzo di farmaci sperimentali. Lo studio avrà come obiettivo quello di capire come mai la malattia “attecchisca” di più nella cintura metropolitana, anziché nel centro della Capitale. Per farlo, saranno eseguiti alcuni tamponi e i primi risultati dovrebbero arrivare già nel fine settimana.


Lo studio, condotto dal direttore dell’Istituto Francesco Vaia, trasformerà la città in un laboratorio biologico per studio e cura, come affermato dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli. L’esperimento, se di successo, potrebbe essere allargato anche ad altri “cluster” – cioè ad altri centri abitati con alto tasso di casi positivi al Covid-19 – come quello di Contigliano, in provincia di Rieti.


Se l’Aifa darà l’ok, verranno impiegati medicinali sperimentali. Soddisfatta del “laboratorio Nerola” la sindaca del Comune, Sabina Granieri: di colpo la “zona rossa”, l’isolamento, la città blindata «acquistano senso, dopo i miei numerosi appelli alla Regione per istituire questo laboratorio», come ha raccontato al Messaggero.

Nel frattempo, nella tensostruttura allestita nella città, oltre ai tamponi faringei e nasali per definire la positività al Covid-19, si stanno eseguendo i primi test per l’esperimento a pazienti, dai 12 anni in su, contattati telefonicamente.

In copertina: Forze dell’ordine a Nerola | Ansa

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