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Coronavirus, in Lombardia è ancora rimpallo di accuse. Sala: «Le mascherine sono un diritto», Fontana: «Da Roma solo briciole»

02 Aprile 2020 - 12:01 Olga Bibus
Mentre il sindaco di Milano critica la gestione dell'emergenza da parte della Regione, Fontana torna ad accusare il governo

Finora il sindaco di Milano Beppe Sala aveva sempre mantenuto la strategia della mediazione senza mai scontrarsi in modo frontale con la Regione, governata dal leghista Attilio Fontana. Da qualche ora il conflitto sulla gestione dell’emergenza Coronavirus però è diventato aperto. Ieri, 1 aprile, sette sindaci, tra cui quello di Milano, hanno inviato una lettera a Fontana per chiedergli chiarimenti sulla gestione dell’emergenza, denunciando ritardi e inadempienze. Oggi, in un video su Facebook, Beppe Sala torna ad affrontare l’argomento e chiede al governatore lombardo: «Perché in Lombardia non si fanno test per gli anticorpi?» e denuncia la mancanza di mascherine nella città di Milano.

«I test sono già fatti in Veneto ed Emilia Romagna perché qui no? E per quanto tempo? Verranno fatti? Con quale modalità?», chiede il primo cittadino di Milano. «Il punto mi sta a cuore perché questi test permettono di definire se una persona è stata colpita dal virus, magari inconsapevolmente e quindi per un certo periodo di tempo è immune».

Sala poi è tornato sulla questione mascherine: «Io spero che fra non molto potremo uscire e a quel punto le mascherine saranno dannatamente importanti e la disponibilità di mascherine deve essere un diritto». «Oggi i Comuni ricevono pochissime mascherine. Milano ha dovuto andarsele a cercare in Cina, in altri Paesi e per il momento può anche stare bene ma le mascherine chi le deve fornire, il governo o la Regione? Il governo tramite le Regioni e quando ci verranno fornite? Voi mi segnalate che oggi non si trovano neppure in farmacia o si trovano a prezzi elevati», ha aggiunto il primo cittadino.

Nel frattempo Attilio Fontana continua ad accusare a sua volta il governo. «È passato quasi un mese e mezzo dall’inizio dell’epidemia e da Roma stiamo ricevendo solo briciole. Se noi non ci fossimo dati da fare autonomamente, avremmo chiuso gli ospedali dopo due giorni. È una vergogna».

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