Coronavirus, il sito dell’Inps di nuovo in tilt al secondo giorno di assalto per i bonus. Ed è una pioggia di polemiche

Nel frattempo il Garante indaga sul caos dei dati sensibili violati, quando diversi utenti hanno visualizzato le informazioni di altri, quando hanno potuto accedere al sistema

Il sito dell’Inps non sembra ancora essere tornato alla normalità, nonostante le rassicurazioni date dal presidente Pasquale Tridico e trasmesse dal premier Giuseppe Conte in tarda serata il 1° aprile durante la trasmissione Accordi & Disaccordi. Dopo i problemi riscontrati ieri, con il blocco del sito e la diffusione di dati privati degli utenti, il servizio sarebbe dovuto ripartire oggi alle 16. Ma dopo pochi minuti era già in tilt, come hanno notato diversi utenti che hanno avuto difficoltà ad accedervi.


Non si fermano le polemiche nei confronti dell’istituto di previdenza, non solo da parte degli utenti. Il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone fa sapere di aver chiesto alla ministra Catalfo di venire in Senato a riferire sulle modalità con cui sono state gestite le domande dei sussidi. Nel frattempo l’Inps fa sapere, tramite un comunicato ufficiale, che sono 1,66 milioni le richieste di indennità di 600 euro arrivate entro le 16 e, complessivamente, 1.996.670 domande per circa 4,5 milioni di beneficiari. Ai microfoni di Skytg24 il presidente Tridico ha difeso le contromisure prese finora dicendo che l’accesso oggi è stato «decisamente meglio».


La falla di ieri. Il Garante avvia istruttoria

Sono diverse le ipotesi fatte per spiegare i problemi riscontrati dal sistema ieri, da attacchi hacker a un semplice sovraccarico del sito. Sicuramente, il sito ha avuto difficoltà a reggere il picco di traffico dovuto all’alto numero di richieste per accedere al bonus di seicento euro. La pista degli attacchi hacker non è stata del tutto accantonata. Ma la spiegazione più convincente pare essere semplicemente che l’Inps avrebbe commesso un errore nel tentativo di “staticizzare” alcune pagine in modo tale da ridurre il carico sui server in vista delle tante richieste.

Nel frattempo, il Garante per la protezione dei dati personali ha già avviato un’istruttoria allo scopo di effettuare le necessarie verifiche e valutare l’adeguatezza delle contromisure adottate dall’ente, rivolgendo anche un appello agli utenti. «Al fine di non amplificare i rischi per le persone i cui dati personali sono stati coinvolti nel data breach e non incorrere in possibili illeciti, l’Autorità» – si legge in una nota diffusa dal Garante- «richiama l’attenzione sulla assoluta necessità che chiunque sia venuto a conoscenza di dati personali altrui non li utilizzi ed eviti di comunicarli a terzi o diffonderli, ad esempio sui canali social…».

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